In un video girato nel carcere di Evin (Teheran), Nasrin Sotoudeh, avvocato di prigionieri politici e condannati a morte, difensore dei diritti umani e per questo in prigione dal settembre 2010, riceve la visita dei suoi figli: il piccolo Nima (4 anni), e Mehraveh (12). Non le è permesso incontrarli faccia a faccia, ma solo di vederli attraverso una pesante vetrata e di parlare loro con un telefono, come se fosse una pericolosa criminale. Nasrin cerca di scherzare con Nima per farlo sorridere, mentre Mehraveh piange osservando la scena.
Nasrin Sotoudeh sta scontando una pena (condanna definitiva) a 6 anni di detenzione per “propaganda contro il sistema” e per “partecipazione al Centro dei difensori dei diritti umani”, l’organizzazione fondata e diretta dal premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, e chiusa all’inizio del 2009 dalle autorità iraniane. Sotoudeh è stata anche condannata al divieto di esercitare la professione legale e di lasciare il paese per 20 anni. La sentenza di appello ha ridotto una condanna che in primo grado prevedeva 11 anni di carcere.