Sabato Soheil Arabi, cyber attivista, ha scoperto tramite i suoi avvocati che la Corte Suprema iraniana aveva ribaltato la sua condanna a morte, sospendendola in attesa di un nuovo processo. Uno dei legali di Arabi ha confermato la notizia a Iran Human Rights.
La sezione 34 della Corte Suprema ha dunque accolto la richiesta di un nuovo giudizio da parte del cyber attivista, condannato per “aver insultato su Internet il profeta Maometto”. Arabi potrebbe finire ancora di fronte al boia se verrà condannato a morte nel nuovo processo, come accaduto allo sviluppatore Saeed Malekpour nel 2011.
Iran Human Rights accoglie positivamente la notizia e chiede l’abolizione di tutte le leggi iraniane che violano il diritto dei cittadini alla libertà di parola e di espressione.