Reporter senza frontiere denuncia e condanna l’ultimo caso di persecuzione giudiziaria ai danni di scrittori e giornalisti.
Numerosi membri del direttivo dell’Associazione degli Scrittori Iraniani sono stati convocati e interrogati tra il 3 e 4 maggio scorso. Tra questi anche Reza Khandan Mahabadi, accusato di “propaganda contro il governo” e di “pubblicazione illegale di un quotidiano”. Le accuse si riferiscono alle dichiarazioni riportate dalla pagina Facebook dell’associazione.
Reza Khandan Mahabadi, uno dei membri del Consiglio Amministrativo dell’Associazione degli Scrittori Iraniani, ha dichiarato all’ International Campaign for Human Rights in Iran che gli agenti del Ministero dell’Intelligence si sono presentati a casa sua lo scorso 29 aprile 2015, che ha ricevuto un mandato di perquisizione della sua abitazione e una notifica dal Tribunale dei Media di Teheran con l’ accusa di “propaganda contro lo stato” e “pubblicazione illegale”.
Dopo aver rovistato tra le stanze e gli effetti personali di Khandan, gli sono stati confiscati i suoi manoscritti, gli archivi, i libri e il cellulare e l’hard disk del pc. Gli agenti gli hanno detto di comparire davanti al Ministero dell’Intelligence per gli interrogatori. Khandan successivamente è stato sottoposto a tre sessioni di interrogatorio. Attualmente è in attesa di essere convocato dal Tribunale.
Un altro membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione degli Scrittori Iraniani, il poeta Baktash Abtin, ha ricevuto un trattamento simile.
“La maggior parte degli interrogatori hanno riguardato le dichiarazione dell’Associazione degli scrittori e i post sulla pagina Facebook. le autorità sostengono, infatti, che questi siano gli esempi di “propaganda contro lo stato”. La pagina Facebook dell’Associazione degli Scrittori non è più accessibile ai suoi membri e non possiamo più postare contenuti”, ha dichiarato Khandan.
Fonte: Reporters Without Borders, International Campaign for Human Rights in Iran