Secondo le informazioni ottenute da Reporter senza frontiere, alcuni giornalisti vengono convocati per interrogatori presso il Ministero della cultura e della guida islamica, un’agenzia per la censura che si è trasformata in un vero e proprio sistema di controllo e di repressione da quando Mahmoud Ahmadinejad è diventato presidente.
Le convocazioni vengono emesse da Mohammad Hosseini, il ministro, e da due dei suoi collaboratori, Mohammad Jafar Mohammad Zadeh, vice-ministro per la stampa e l’informazione, e Mohammad Javad Aghajari, capo del dipartimento per la stampa estera.
Quando i giornalisti vengono convocati al ministero, vengono interrogati lì da funzionari del Ministero della sicurezza e da membri della Guardia rivoluzionaria. Tra i convocati ci sono giornalisti che lavorano per i media stranieri. Spesso gli interrogatori sono violenti e i reporter vengono maltrattati.
“Questi interrogatori sono intollerabili,” afferma Reporter senza frontiere. “Esortiamo gli enti culturali internazionali a cessare ogni cooperazione con questo ministero a causa del fatto che esso autorizza tali interrogatori e consente il maltrattamento di intellettuali all’interno della sua sede.”
Fariborz Rais Dana, un importante economista, scrittore e membro dell’Associazione degli scrittori iraniani, è stato intanto arrestato nella sua abitazione il 21 maggio e trasferito nel carcere di Evin per cominciare a scontare una condanna a un anno di detenzione per avere criticato, in una intervista per il canale televisivo in lingua persiana della BBC,. la decisione governativa di allentare il controllo sui prezzi
Inizialmente arrestato il 19 dicembre 2010, subito dopo aver concesso l’intervista, fu rilasciato il 17 gennaio 2011 sulla base di una cauzione di 30 milioni di toman (22.500 euro). Una sezione del tribunale rivoluzionario di Teheran gli ha comminato una condanna a un anno di detenzione il 17 giugno 2011 dopo averlo giudicato colpevole dei reati di propaganda anti-governativa e di partecipazione in una associazione illegale. Una corte d’appello ha confermato la condanna lo scorso mese di dicembre.
Rahman Bouzari, giornalista e opinionista per il quotidiano Shargh, è stato arrestato il 19 maggio dopo essere stato convocato presso l’ufficio del procuratore nel carcere di Evin. Era stato originariamente arrestato il 29 maggio 2011 e rilasciato su cauzione due mesi dopo, ed è stato condannato a 2 anni di detenzione e a 70 frustate da una sezione del tribunale rivoluzionario di Teheran con l’accusa di propaganda anti-governativa.
Reza Taleshaian Jolodarzadeh, direttore di Sobeh Azadi, un settimanale chiuso dalle autorità nell’Ottobre 2011, è stato condannato ad un anno di prigione da una sezione del tribunale rivoluzionario di Teheran con l’accusa di propaganda anti-governativa. E’ seriamente ammalato come conseguenza di una ferita subita durante la guerra Iran-Iraq del 1980-88 e il suo medico sostiene che la detenzione potrebbe aggravare le sue condizioni di salute.
Fu arrestato il 4 febbraio dopo essere stato convocato davanti al tribunale rivoluzionario e fu rilasciato il 17 aprile. Per il codice penale islamico, ha adesso 20 giorni per ricorrere in appello.
Fonte: Reporter senza frontiere