Alla vigilia del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, le autorità iraniane hanno arrestato almeno cinque leader sindacali. Gli arresti sono avvenuti nell’ambito di un’intensificazione di proteste, scioperi e fermi di persone che avevano organizzato o partecipavano alle manifestazioni.
“Il Governo vede qualsiasi mobilitazione sindacale come una minaccia alla sicurezza nazionale – ha dichiarato Hadi Ghaemi, direttore esecutivo di International Campaign for Human Rights in Iran – I lavoratori dovrebbero avere il diritto di difendere pacificamente i loro interessi comuni, senza rischiare anni di carcere”.
“Rouhani deve prestare la sua attenzione alla popolazione iraniana. I lavoratori stanno facendo sacrifici e le loro richieste devono essere ascoltate”, ha aggiunto Ghaemi.
Il 29 aprile la polizia di Teheran ha arrestato nelle loro case due membri del Sindacato dei Lavoratori della azienda di trasporto pubblico locale, Ebrahim Maddadi e Davood Razavi. Il giorno precedente altri due attivisti, Mahmoud Salehi e Osman Ismaili, erano finiti in manette nella città di Saqez, nella provincia del Kurdistan. Il 25 aprile era stata la volta dell’attivista per i diritti dei lavoratori Reza Amjadi, fermato da agenti di sicurezza in borghese a Sanandaj, in Kurdistan.
Il 20 aprile, quattro giorni dopo la protesta di centinaia di insegnanti contro i salari bassi, Alireza Hashemi, capo dell’organizzazione dei docenti iraniani, era stato incarcerato e trasferito nella prigione di Evin per scontare una condanna a 5 anni emessa nei suo confronti nel 2013.
I sindacati indipendenti sono stati messi al bando in Iran. Chi sciopera è spesso licenziato e rischia di essere incarcerato, e i leader sindacali subiscono condanne a lunghi periodi di detenzione sulla base di accuse di attentato alla sicurezza nazionale.
Nonostante questo, una crescente ondata di manifestazioni ha colpito diversi settori economici negli ultimi anni, sulla scia di una crisi economica causata dalle sanzioni internazionali e da una mala gestione. Il 70 per cento circa dei salariati è sotto la soglia di povertà e quasi il 90 per cento dei contratti di lavoro è temporaneo, con i lavoratori privi di assicurazioni e protezioni.
Tra marzo 2014 e marzo 2015, ci sono state almeno 233 proteste in tutto il Paese, con scioperi in quasi tutti i comparti, in particolare nei settori automobilistico, petrolchimico, minerario e cementifero. Nello stesso periodo, circa 230 persone sono state arrestate nel corso di manifestazioni pacifiche e molti leader sindacali stanno scontando lunghe condanne nelle prigioni iraniane.