Il blogger ventisettenne Hossein Ronaghi Maleki, da questa estate fuori dal carcere su cauzione per un permesso medico, in riferimento all’interrogatorio di suo padre da parte del vice procuratore a Tabriz, ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Gli agenti del ministero dei servizi segreti hanno insultato mio padre con oscenità e lo hanno picchiato, minacciando di uccidere i suoi figli”.
Il padre di Hossein Ronaghi è stato convocato il 19 gennaio dall’ufficio del procuratore. L’uomo era già stato interrogato alcuni giorni prima. In riferimento all’attuale situazione della sua famiglia, Hossein Ronaghi ha scritto: “Se il ministero dei servizi segreti non riesce a tollerare il fatto che io non sia dietro le sbarre, è mia ferma intenzione tornare in carcere se questo serve a garantire la sicurezza psicologica e fisica della mia famiglia”.
“Mia madre era in lacrime e mi pregava di tornare in prigione, temeva che gli agenti mi avrebbero fatto del male. Deve essere davvero incredibile per una madre dire al figlio di andare in carcere se vuole avere salva la vita”, ha aggiunto Hossein Ronaghi.
Maleki, attivista per i diritti umani, era stato arrestato durante il periodo di disordini seguiti alle contestate elezioni presidenziali del 2009. E’ stato rilasciato in congedo medico dopo aver trascorso in carcere 32 mesi dei 15 anni di pena previsti dalla sentenza a suo carico.
Sofferente per gravi problemi ai reni, contratti durante il periodo di detenzione, presumibilmente a causa delle violenze subite durante gli interrogatori, Ronaghi Maleki era stato a lungo in sciopero della fame nel carcere di Evin (Teheran) per chiedere di ricevere cure mediche adeguate e di poter essere operato in ospedale e svolgere la necessaria convalescenza lontano dalla prigione.
Il blogger è stato ritenuto colpevole di essere membro del gruppo Iran Proxy Network e di “avere offeso la Guida suprema e il Presidente”.
Fonte: Persian Banoo