Secondo la Human Rights Activists News Agency (HRANA), le autorità iraniane hanno negato il diritto al ricovero a Jafar Eghdami, attivista per i diritti umani e prigioniero di coscienza, anche se sia la sua situazione medica sia quella giudiziaria sono state ormai chiarite e definite.
Eghdami, che è attualmente rinchiuso nella camerata 12 del carcere di Rajai Shahr (Karaj), soffre di un raro disturbo neurologico ed è prossimo alla paralisi totale. Benché abbia ormai ottenuto i documenti necessari per essere autorizzato al trasferimento dalla prigione all’ospedale, le autorità carcerarie hanno stabilito che questo trasferimento non sarà possibile prima del 1° luglio. Ma naturalmente anche su quest’ultima data non c’è alcuna certezza.
Nonostante le gravi condizioni fisiche di Eghdami, le autorità negano il ricovero con la scusa che l’ospedale non è attrezzato ad accogliere il prigioniero a causa della carenza di personale e attrezzatura.
Il 17 giugno Jafar Eghdami era stato portato all’ospedale Rasoul Akram di Teheran per esami e terapie, ma le autorità gli avevano negato l’accesso alla struttura. Tuttavia il suo stato fisico è a tal punto peggiorato che egli ormai non è in grado di camminare o di svolgere le sue normali attività personali.
Jafar Eghdami, arrestato nel settembre 2008, sta attualmente scontando la sua seconda condanna, dovuta all’accusa di avere partecipato ad una cerimonia presso il cimitero di Kharavan per commemorare le vittime delle esecuzioni di massa avvenute in Iran negli anni ’80; Eghdami è stato anche accusato per aver recitato una poesia, in tale circostanza. Era stato condannato in primo grado (sezione 22 del Tribunale rivoluzionario di Teheran) a 5 anni di detenzione con l’accusa di sostegno all’Organizzazione dei Mojaheddin del popolo (PMOI), ma con una decisione insolita e senza precedenti la sezione 28 della Corte d’appello (giudice Moghisseh), nel corso di un giudizio durato pochi minuti, ha aggravato la sua pena, portandola a 10 anni di carcere.
Fonte: PERSIAN2ENGLISH