Con le elezioni in ballo, cresce la pressione dell’intelligence del regime iraniano sui media che assicurano un servizio in lingua farsi pur avendo sede all’estero. Si tratta di testate largamente seguite dentro e fuori il paese, nonostante i divieti e la censura. Notizie di intimidazioni e minacce riguardano in particolare BBC Persian, che è il canale in persiano della tv pubblica britannica, e Radio Free Europe /Radio Liberty, che trasmette pure in persiano, ma da Praga, con il nome di Radio Farda.
Per quanto riguarda BBC Persian, le famiglie residenti in Iran di 15 membri iraniani dello staff (che lavorano in Gran Bretagna) sono state “avvisate” che i loro parenti devono smettere di lavorare per la BBC oppure le loro vite a Londra saranno in pericolo. E, a loro volta, alle famiglie è stato detto che potrebbero perdere il lavoro e il diritto alla pensione e subire il divieto di lasciare l’Iran.
Liliane Landor, direttore del servizio in lingua straniera della BBC World Service, ha detto che “solo nei giorni scorsi 15 parenti sono stati interrogati dal ministero della sicurezza iraniano, a Teheran e in altre città del paese.”
Landor ha anche aggiunto che è la prima volta che le vite dei componenti dello staff di BBC Persian residenti in Gran Bretagna vengono minacciate. Nonostante le pressioni, Sadeq Saba, direttore di BBC Persian, ha assicurato che il canale (e il suo sito web) continuerà ad essere “una fonte indipendente e alternativa di notizie per il popolo iraniano”.
La BBC fa anche sapere che, a dispetto dei divieti e dei boicottaggi delle autorità iraniane, i dati di audience del canale sono quasi raddoppiati, salendo a 11,8 milioni di spettatori.
Situazione analoga per Radio Free Europe/Radio Liberty/Radio Farda. Il direttore Armand Mostofi ha denunciato che “le molestie e le minacce si sono intensificate nelle ultime settimane, dal momento che le autorità stanno cercando di prendere tutte le precauzioni possibili contro tutto ciò che può mettere in discussione il loro pieno controllo sulle elezioni”.
Fonti: BBC News e Radio Free Europe/Radio Liberty