L’ International Press Institute (IPI) ha assegnato al giornalista iraniano Ahmad Zeidabadi il suo 68esimo Word Press Freedom Hero per la sua lotta coraggiosa per la libertà di espressione, i diritti umani e la democrazia in Iran.
Secondo il direttore esecutivo di IPI, Barbara Trionfi, il giornalista è stato scelto per il premio “per il suo eccezionale coraggio, resistenza e impegno per la libertà di stampa e di espressione in Iran, Paese che negli ultimi anni è stato una delle più grandi prigioni al mondo per i giornalisti”.
Zeidabadi, un noto giornalista, docente e analista politico iraniano, ha subito numerosi arresti, celle di isolamento, confino e divieto permanente di fare politica e di esercitare l’attività di giornalista, a causa dei suoi articoli.
“Zeidabadi ha mostrato grande coraggio e determinazione nel sostenere le riforme in Iran di fronte alle continue oppressione del regime autocratico – ha dichiarato Trionfi lo scorso 29 febbraio – Speriamo che i recenti sviluppi politici nel Paese segnino un cambiamento positivo e che questo premio possa servire a riaccendere i riflettori sulla sua storia, così come su tutti i giornalisti che in Iran sono stati perseguitati per aver cercato di informare il pubblico”.
Commentando la notizia del premio in un messaggio del 26 febbraio, Zeidabadi ha detto che “nella sua situazione un uomo potrebbe pensare di essere condannato a una morte silenziosa e di essere stato completamente dimenticato.” Invece, continua Zeidabadi, “il premio mi ha ricordato che ovunque, in tutto il mondo, ci sono colleghi e istituzioni che non hanno dimenticato il mio caso”. Questo gli restituisce la speranza, ha dichiarato IPI, che un giorno possa ancora scrivere, parlare e fare analisi politiche liberamente.
Zeidabadi è tra le decine di giornalisti riformisti e attivisti politici iraniani che sono stati arrestati in seguito alle contestate elezioni presidenziali del giugno 2009. Dopo il suo arresto è stato tenuto in isolamento per 141 giorni. Nel dicembre 2009, è stato condannato a sei anni di prigione e a cinque anni di confino con l’accusa di “azioni contro la sicurezza nazionale”, di “condizionamento dell’opinione pubblica” e “diffusione di propaganda contro il regime”. Gli è stato anche vietato di partecipare alla vita politica e sociale e di praticare la sua professione di giornalista.
Zeidabadi è stato rilasciato il 23 luglio 2015. Mentre era in prigione, ha ricevuto due premi internazionali per i suoi tentativi di difendere la libertà di espressione. Nel 2010 ha vinto il World Association of Newspapers’ Golden Pen of Freedom Award e nel 2011 è stato insignito del Guillermo Cano World Press Freedom Prize dell’Unesco.
Il World Press Freedom Hero Award dell’IPI, che viene assegnato a giornalisti che hanno dato un contributo significativo alla promozione della libertà di stampa, in particolar mondo mettendo a repentaglio la propria vita, sarà presentato durante una cerimonia e una cena di gala il prossimo 10 marzo, a Doha, in Qatar.
Fonte: IPI