Reporter senza frontiere condanna l’ultima ondata di repressione della libertà di stampa in Iran, compreso l’arresto di un giornalista e la chiusura di un quotidiano riformista negli ultimi giorni.
Secondo l’organizzazione per la libertà di stampa le autorità vogliono intimidire i media e i giornalisti con arresti preventivi a meno di due mesi dalle elezioni parlamentari.
Stando a quanto riportato, Farad Pourmoradi, giornalista che lavora per testate locali come Kermanshah Post e Navai Vaghat, nella provincia di Kermanshah, è stato arrestato nella sua casa lo scorso 4 gennaio, dopo essere stato individuato da agenti in borghese. La sua famiglia ancora non è a conoscenza delle motivazioni per cui è stato arrestato e non sa in quale luogo è detenuto.
Pourmoradi, ha creato la pagina Kalaghnews sulla messaggistica istantanea Telegram e sul servizio di social networking che copre le notizie locali a Kermanshah e che si occupa di come stanno organizzando le elezioni in quella zona. Sin dall’inizio, questi organi di stampa sono stati nel mirino dei media conservatori che supportano le Guardie Rivoluzionarie.
Reporter senza frontiere ricorda anche la chiusura, lo scorso 3 gennaio, del quotidiano riformista Bahar. Stando a quanto riferito dall’agenzia di informazione filogovernativa Mizan il quotidiano sarebbe stato chiuso per “propaganda contro il regime” e per i suoi articoli che “danneggiano le basi della Repubblica Islamica”. Il quotidiano è stato chiuso numerose volte dalla sua prima uscita, nel 2000. Nel 2013 fu il primo giornale messo al bando sotto la presidenza di Hassan Rouhani.
Fonti: Reporter senza frontiere, Journalism is not a crime, Human Rights Activists News Agency