Due membri della minoranza religiosa Ahl-e Haqq si sono dati fuoco, nel Kurdistan iraniano, per protestare contro la persecuzione di un altro membro del gruppo. Ne dà notizia la Human Rights Activists News Agency (HRANA).
Il drammatico episodio è avvenuto il 4 giugno. Hassan Razavi si è dato fuoco di fronte al principale ufficio amministrativo della provincia del Kurdistan, in segno di protesta per il modo in cui Keyumars Tamnak era stato trattato dalle autorità del carcere di Hamadan. Tamnak era stato costretto a radersi la barba sul volto, che i seguaci di Ahl-e Haqq considerano sacra. Razavi ha riportato ustioni su oltre il 60% del corpo ed è stato ricoverato in un ospedale di Teheran, dove è tenuto sotto sorveglianza dalla polizia che non permette a nessuno dei parenti di vederlo.
Il 5 giugno, invece, si è dato fuoco davanti allo stesso palazzo Nimkard Tahari, dopo aver appreso che le autorità carcerarie avevano costretto Tamnak a radersi anche i baffi. Tahari è morto durante il trasporto in ospedale e il suo corpo è stato sepolto nella città di Sahneh il 6 giugno, in un’atmosfera resa ancora più tesa dalle accresciute misure di sicurezza.
Nessun media o agenzia di stampa locale o nazionale ha riportato la notizia delle due auto-immolazioni. In compenso i leader di Ahl-e Haqq sono stati convocati presso l’agenzia dell’intelligence della città di Sahneh e hanno subito intimidazioni e minacce.
Nel corso dei funerali di Nimkard Tahari, i manifestanti hanno dato vita ad un sit-in di due ore davanti agli uffici amministrativi della provincia del Kurdistan, ma nessuno dei funzionari ha voluto riceverli. Al contrario, la polizia ha infine costretto i partecipanti a disperdersi.
Un altro membro di Ahl-e Haqq ha minacciato le autorità che se rifiuteranno di farsi carico delle preoccupazioni del gruppo, le auto-immolazioni, nel Kurdistan, continueranno.
Ahl-e Haqq (nome che può significare sia “Popolo della Verità” che “Popolo di Dio”) è una religione monoteista che risale ad una leggendaria figura di fondatore, Sultan Sohak, del XIV secolo. I seguaci credono che l’essenza divina si esprima in sette manifestazioni nelle varie epoche del mondo (una primaria e sei secondarie) e credono nella metempsicosi: ci sono per loro vari gradi di ascesi spirituale, per raggiungere il più elevato dei quali ogni essere umano dispone di 1001 reincarnazioni. Non osservano i riti dell’Islam, non riconoscono la profezia di Maometto, né il Corano come raccolta dei versi sacri di Allah. Non possono perciò essere considerati musulmani. Tra le prescrizioni religiose da osservare, c’è quella di non tagliarsi mai i baffi.
Ahl-e Haqq ha circa un milione di membri, soprattutto nell’Iran occidentale e in Iraq, la maggior parte di etnia curda.
Fonte: Human Rights Activists News Agency (HRANA)