Esecuzioni in Iran
Ondata di esecuzioni negli ultimi dieci giorni di agosto in Iran. Sono almeno 11 i detenuti messi a morte nelle carceri iraniane nelle ultime due settimane di agosto.
Secondo fonti ufficiali e non ufficiali, il 23 agosto un prigioniero è stato impiccato nel carcere di Sari (provincia di Mazandaran). L’uomo, identificato con le iniziali R. F., era stato condannato per omicidio.
Lo stesso giorno, due detenuti condannati per omicidio (M. M., 37 anni, e A. M., 33 anni) sono stati messi a morte nella prigione Lakan di Rasht, secondo quanto riporta il dipartimento di giustizia della provincia di Gilan. Una fonte informata, che ha richiesto l’anonimato, sostiene che in tutto i prigionieri impiccati a Lakan il 23 agosto sono tre. Uno di loro si chiamerebbe Asghar Mohammadi, secondo la fonte.
Sempre il 23 agosto, nel penitenziario centrale di Ardabil, il detenuto Hamed Madeh Moghadar è stato messo a morte per possesso di oltre 580 grammi di cristalli di metanfetamina. La notizia proviene dall’ufficio stampa della magistratura di Ardabil.
E intanto sale a cinque la conta delle esecuzioni del 20 agosto nel carcere di Rajai Shahr, di cui Iran Human Right aveva già scritto. A riferirlo sono i media di stato, che raccontano di come un altro detenuto condannato a morte abbia evitato il boia grazie al perdono dei familiari della vittima.
Altri due prigionieri sono stati messi a morte il 13 agosto nel penitenziario di Rafsanjan (provincia di Kerman). Il gruppo Baluch Activists Campaign ha fatto sapere che i due prigionieri – Abusar Dehvari e Anvar Dehvari – erano stati condannati per reati di droga. Né i media di stato iraniani né la magistratura hanno fatto riferimento a esecuzioni nel carcere di Rafsanjan.
