Dalle elezioni del presidente Hassan Rouhani e il conseguente miglioramento delle relazioni tra l’Iran e l’Occidente, il numero di esecuzioni in Iran è stato il più alto degli ultimi 20 anni: sono almeno 1900 i prigionieri messi a morte da giugno 2013. Almeno 570 persone sono state impiccate nei primi sei mesi del 2015, con una media di oltre 3 esecuzioni al giorno e un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Iran Human Rights chiede ancora una volta alla comunità internazionale di reagire all’uso della pena di morte da parte della Repubblica Islamica dell’Iran.
“Il dialogo tra l’Occidente e l’Iran sembra aver fallito nell’intento di migliorare il rispetto dei diritti umani. L’impatto, se c’è stato, è stato negativo per quanto riguarda l’uso della pena capitale da parte di Teheran”, ha dichiarato Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights.
Secondo le ultime notizie di IHR, almeno 394 persone sono state messe a morte per reati di droga nella prima metà del 2015. Queste impiccagioni rappresentano il 69% di tutte le esecuzioni. 190 di queste esecuzioni sono avvenute nelle prigioni di Ghezelhesar e Raja Shahr situate nella città di Karaj, a ovest di Teheran.
Dettagli sulle esecuzioni in Iran nella prima metà del 2015:
- 223 (39%) esecuzioni sono state annunciate dai media ufficiali iraniani
- dopo i reati di droga (69%), l’ omicidio è il secondo motivo di esecuzione (19%)
- 34 esecuzioni sono avvenute in pubblico
- 10 donne e 1 minore sono stati messi a morte
- Ghezelhesar è la prigione con il più alto numero di esecuzioni
- almeno 7 detenuti sono stati messi a morte per ragioni politiche e ideologiche
Fonte: Iran Human Rights