Iran Human Rights Italia aderisce alla campagna Be Voice of Iranian Teachers, che parte oggi 29 settembre e si concluderà il 5 ottobre, in occasione della Giornata Internazionale degli Insegnanti. Attivisti, docenti, giornalisti, organizzazioni di diritti umani e civili hanno promosso per questa settimana un’azione internazionale per difendere gli insegnanti iraniani e i loro diritti. L’iniziativa trova tra i suo maggiori sostenitori Shirin Ebadi, avvocatessa iraniana in esilio e premio Nobel per la pace nel 2003.
Le autorità giudiziarie della Repubblica Islamica dell’Iran hanno intensificato la repressione sugli insegnanti etichettando le loro attività sindacali come atti contro la sicurezza nazionale, agendo illegalmente contro le loro associazioni, facendo sempre più pressione sugli attivisti di questa categoria.
L’inizio del nuovo anno scolastico, in concomitanza con la Giornata Internazionale degli Insegnanti il prossimo 5 ottobre, rappresenta dunque un’occasione importante per far luce sulle sistematiche violazioni dei diritti a danno degli insegnanti e di quanti tra loro sono in prima linea, perché attivisti e sindacalisti. Da questa profonda volontà di denuncia e sensibilizzazione, e con il pensiero rivolto a
Farzad Kamangar – l’insegnante arrestato nel 2006 e impiccato nel 2010 – nasce Be Voice of Iranian Teachers.
Stando ai dati ufficiali, attualmente risultano rinchiusi nelle prigioni iraniane 39 insegnanti dal 2009, tra questi 15 hanno subito pesanti condanne detentive mentre 3 sono stati condannati a morte. Questo elenco ci fornisce solo un quadro parziale della situazione: decine di casi restano non denunciati o nell’ombra per le gravi pressioni che le autorità esercitano sulle famiglie dei prigionieri di coscienza.
Agli arresti fanno seguito anche le gravissime e purtroppo centinaia di sentenze di licenziamento e di esilio. Non vanno dimenticate le pesanti sanzioni amministrative emesse dai comitati disciplinari del Ministero dell’Istruzione – attivi nelle varie regioni – in seguito alle proteste sindacali scoppiate nel 2006 e nel 2007. Sistematicamente le autorità iraniane impediscono al Sindacato delle Associazioni degli Insegnanti di svolgere le proprie attività in tutto il paese.
Le gravissime sentenze di licenziamento, di incarcerazione e persino di pena di morte contro gli insegnanti vengono applicate non solo in aperto contrasto con gli articoli 26 e 27 della Costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran – i quali riconoscono come diritto fondamentale e inalienabile di ogni cittadino iraniano la partecipazione ad associazioni di carattere religioso, politico e di qualsiasi categoria civica -, ma violano anche le convenzioni internazionali sui diritti umani alle quali l’Iran ha aderito. Rivendicare diritti fondamentali o semplicemente richiedere un incontro ufficiale con i membri del Parlamento da parte degli insegnanti comporta, e ha comportato, il pagamento di un prezzo altissimo: processi e casi giudiziari per attentato alla sicurezza nazionale.
Iran Human Rights Italia invita i media a tenere alto il livello dell’attenzione sulle violazioni dei diritti degli insegnanti iraniani e a dar voce alla campagna Be Voice of Iranian Teachers, ricordando come le minacce al sistema scolastico di un Paese siano ferite inferte alla cultura e al futuro di quello stesso Stato.