Due uomini sono stati impiccati in pubblico a Pakdasht (sud di Teheran) ieri mattina, lo hanno riferito i media ufficiali iraniani.
Gli uomini sono stati identificati come “Siyavash” (27) e “Mahmood” (28) e sono stati condannati per stupro, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa statale Fars News.
Iran Human Rights (IHR) aveva già messo in guardia circa la prevista impiccagione pubblica di Siyavash e Mahmood (nella prigione di Rajai Shahr) e di un terzo uomo (nella prigione di Varamin) a Pakdasht. Secondo le notizie di cui siamo in possesso, Siyavash si era tagliato il polso per evitare di essere messo a morte. Non abbiamo notizie del terzo uomo che doveva essere messo a morte a Pakdasht.
Impiccagione pubblica a Urmia:
Un giovane identificato come Hamed (23) è stato impiccato pubblicamente nella città di Urmia (Iran nord-occidentale), questa mattina presto. Secondo l’agenzia di stampa statale ISNA il prigioniero è stato accusato di aver ucciso un altro giovane.
In programma per domani l’esecuzione di due uomini a Teheran:
Secondo l’agenzia di stampa statale Fars, due prigionieri potrebbero essere messi a morte in pubblico a Teheran domani mattina, domenica 20 gennaio. Gli uomini sono stati arrestati 35 giorni fa e condannati per “Moharebeh” e “corruzione sulla terra” per aver derubato un uomo con la forza (usando un coltello), circa 50 giorni fa. Il filmato di quanto accaduto è stato fatto circolare su YouTube.
La scorsa settimana un altro uomo è stato impiccato pubblicamente in uno stadio di calcio a Sabzevar (nord-est dell’Iran) e le sentenze di fustigazioni di quattro uomini sono state eseguite pubblicamente a Sabzevar e Akman (vicino Semnan).
IHR condanna fermamente l’ondata di esecuzioni pubbliche e fustigazioni in Iran. Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di IHR ha detto: “La comunità internazionale deve reagire nei confronti di questo show dell’orrore delle pubbliche punizioni medievali orchestrate dalle autorità iraniane”. Ha poi aggiunto: “Queste esecuzioni pubbliche e le fustigazioni sono espressione della minaccia che il leader supremo Ali Khamenei e il resto delle autorità iraniane sentono con l’avvicinarsi delle prossime elezioni presidenziali del giugno 2013. La dirigenza delle autorità iraniane è disposta a fare qualsiasi cosa per evitare di ripetere le proteste post-elettorali dopo le elezioni del 2009. Diffondere paura e terrorizzare la società attraverso esecuzioni pubbliche è il loro unico strumento efficace e siamo preoccupati che le esecuzioni aumenteranno ancora di più nei prossimi mesi. Esortiamo la comunità internazionale a reagire immediatamente”.