Tre prigionieri sono stati impiccati nella prigione di Qazvin, a Ovest di Teheran, nella mattina del 17 luglio 2012.
In una conferenza stampa dopo le esecuzioni, il procuratore di Qazvin, Sadeghi Niaraki, ha detto agli organi di informazione che i tre prigionieri erano stati tutti giudicati c0lpevoli di reati legati al traffico di droga. Secondo il sito ufficiale della magistratura di Qazvin, il procuratore ha detto: “Uno dei tre che sono stati messi a morte era single e aveva 32 anni, era condannato per detenzione e trasporto di 5 chilogrammi di crack; l’altro era single, aveva 35 anni ed era stato accusato per il trasporto e l’acquisto di 474 grammi di shisheh (metanfetamina); la terza persona era sposata, aveva 40 anni, era di Tabriz, ed era stata condannata per detenzione di 515 grammi di eroina, 30 grammi di shisheh e 5 grammi di hashish.“
Citando lo stesso procuratore Sadeghi Niaraki, la televisione iraniana IRIBB ha dato notizia che finora quest’anno (l’anno persiano, calcolabile quindi dal 20 marzo 2012) 1507 persone, di cui 1471 uomini e 36 donne, sono state arrestate per acquisto o spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia di Qazvin.
9 prigionieri sono stati messi a morte negli ultimi 10 giorni a Qazvin.
Oltre l’80% delle persone messe a morte in Iran sono condannate per reati legati al narcotraffico. Secondo il Rapporto annuale di IHR sulla pena di morte in Iran, circa il 90% dei condannati messi a morte per traffico di droga non sono identificati con il nome e ci sono varie notizie di processi iniqui e di confessioni rese sotto tortura.