Gli attivisti iraniani hanno reagito con rabbia al divieto per le donne di assistere alla partita di volley contro gli Stati Uniti, nonostante le indicazioni precedenti dicessero il contrario.
Anche se le notizie riportavano che la federazione dello sport avrebbe permesso a un numero limitato di donne di partecipare alla partita di venerdì, le pressioni da parte degli ultra conservatori sembrano aver causato una marcia indietro.
Shahindokht Molaverdi, la vice presidente dell’Iran, aveva detto che le donne, per lo più i membri delle famiglie dei giocatori, avrebbero potuto partecipare, prima di essere contradetta dagli ufficiali di sicurezza.
Le restrizioni sono state allentate nei mesi scorsi dopo che il governo del moderato Hassan Rouhani sembrava voler ascoltare le lamentele delle attiviste.
Ma all’inizio della settimana Ansar-e-Hezbollah, un gruppo religioso iraniano, ha dichiarato, in un volantino distribuito in giro per Teheran, “stiamo prendendo posizioni contro la presenza di prostitute…negli stadi”. “Questo venerdì ci sarà il sangue”, ha aggiunto.
Molaverdi ha criticato le restrizioni, scrivendo su Facebook che anche se il governo ha rispettato il punto di vista dei leader religiosi, aveva tentato di dare una risposta alle “richieste legali di un’altra parte della società”.
“Le tante persone bigotte che hanno pubblicato una notizia dopo l’altra denunciando le ragazze e le donne di questa terra sobrie e per bene, le hanno insultate con parole disgustose e oscene di cui solo loro sono capaci”, ha aggiunto la vice presidente iraniana riferendosi alle richieste dei gruppi conservatori nei giorni precedenti alla partita.
Religiosi islamici e ufficiali di alto rango hanno condannato la proposta di abolire le restrizioni sulle donne a partecipare agli eventi sportivi. “Noi non abbiamo fatto una Rivoluzione Islamica per il diritto delle donne di entrare negli stadi”, ha detto l’Ayatollah Mohammad Ali Alavi Gorgani.
Fonte: The Independent