Il blogger e attivista iraniano Hossein Ronaghi Maleki ha compiuto 30 anni il 4 luglio, ma è un momento drammatico per lui e la sua famiglia. Nonostante i gravi problemi di salute, le autorità iraniane potrebbero cercare Hossein da un momento all’altro.
Hossein Ronaghi Maleki è stato condannato a 15 anni di carcere per la sua attività di blogger e attivista per i diritti umani. Il giovane iraniano, che ha problemi ai reni connessi a altri problemi di salute, aveva ottenuto un permesso medico il 17 giugno 2015. Nonostante la gravità dei suoi problemi di salute, le autorità hanno intimato a Hossein di tornare in carcere alla fine di giugno.
Tuttavia sua madre ha continuato a chiedere di poter tener a casa suo figlio fino al giorno del suo compleanno, il 4 luglio, ma le autorità potrebbero fare irruzione a casa sua in qualsiasi momento lasciando la famiglia in ansia e preoccupata per Hossein e il suo stato di salute. Prima dell’arresto il giovane già soffriva di problemi ai reni, ma le sue condizioni sono peggiorate mentre era in prigione a causa degli abusi fisici e della mancanza di assistenza sanitaria.
Hossein e il fratello Hassan sono stati arrestati nell’ambito delle contestate elezioni presidenziali del 2009. Entrambi sono stati portati nel carcere di Evin e messi sotto pressione sia dal punto di vista fisico che mentale con l’obiettivo di ottenere una confessione scritta. Il fratello, che non era un attivista politico, era stato arrestato per mettere ancora più pressione a Hossein. Hossein è stato condannato a 15 anni di carcere.
Nel settembre 2014 Hossein è stato rilasciato in anticipo. A causa delle sue cattive condizioni di salute, si pensava che non sarebbe sopravvissuto alla sua pena. Poco dopo il rilascio è stato riarrestato a inizio 2015 e mandare nella sezione 8 del carcere di Evin.
Secondo il padre di Hossein, Ahmad Ronaghi Maleki, le autorità lo hanno arrestato senza alcuna ragione. Ha anche espresso grande preoccupazione per il trattamento subito dal figlio durante la prigionia: “vogliono farlo diventare un altro Sattar Beheshti“, ha detto riferendosi al blogger e attivista morto in carcere nel 2012.
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Fonte: Journalism is not a crime