La poetessa Hila Sedighi, arrestato e trattenuta per due giorni nel giro di vite contro artisti e personaggi della cultura in Iran, ha postato una descrizione delle 48 ore di detenzione sulla sua pagina Facebook, affermando di essere stata sorvegliata durante la sua detenzione “come se stessero sorvegliando un assassino”.
Il 7 gennaio, Sedighi è stata fermata all’Aeroporto Internazionale Imam Khomeini, al ritorno da un viaggio con suo marito negli Emirati Arabi.
“La prima notte di carcere, sono stata messa in isolamento nel centro di detenzione dell’aeroporto. La seconda notte, sono stata nel Centro di Detenzione Shapour. Un carcere noto per essere il più orribile e pericoloso per i prigionieri. Ero in una stanza di quattro metri quadrati, insieme a otto pericolosi detenuti (pericolosi è un termine usato spesso per queste persone, ma di fatto si tratta di essere umani con i loro diritti e io sono preoccupata per la loro sorte). Il trattamento a loro riservato è molto peggio e atroce di quanto si possa immaginare. La situazione è così drammatica che in un primo momento l’unità investigativa della Polizia di Shapour non voleva accettarmi nella struttura”, ha detto Sedighi. “Mi hanno trasferito in città all’interno di una gabbia, e mi hanno sorvegliata come se fossi un criminale”, ha aggiunto.
La poetessa ha confermato quanto già trapelato, cioè che il suo arresto è connesso a un nuovo processo “intentato in mia assenza; non so perché. Per il momento sono libera su cauzione. Ho intenzione di presentare una denuncia così potrò difendermi”.
Sedighi è nota per aver recitato poesie in pubblico in supporto del movimento di protesta democratica che fece seguito alle controverse elezioni presidenziali del 2009, quando molti misero in dubbio la vittoria di Mahmoud Ahmadinejad. Per le stesse elezioni ha lavorato per la campagna presidenziale del candidato riformista Hossein Mousavi. Nel 2012, Sedighi ha vinto il Premio Hellman/Hammett per la libertà di espressione.
“Il mio mandato di arresto è stato ammesso dal Tribunale per la Cultura e i Media, ma chi mi ha fermata non ha fornito ulteriori informazioni riguardo alle accuse a mio carico. Credo che chi è accusato in casi che riguardano la cultura, dovrebbe essere definito diversamente”, scrive la poetessa sulla sua pagina Facebook.
Scrittori, artisti, filmmakers e musicisti sono stati perseguitati mentre gli integralisti cercano di dominare la spera della politica interna nella corsa per le elezioni parlamentari del prossimo febbraio.
Fonte: International Campaign For Human Rights in Iran