France 24 ha pubblicato un interessante reportage di Ershad Alijani sulle cantanti iraniane: famose, apprezzate, ma costrette a mille stratagemmi per nascondere la loro identità e camuffare il loro viso, per la semplice ragione che cantare, in Iran, alle donne è vietato per legge. Ecco il contenuto dell’articolo.
Sono cantanti famose, ma nessuno mai le riconosce per strada. Nei loro video musicali si possono vedere solo la loro schiena, i piedi, le loro silhouette nascoste da tende, o il loro riflesso sull’acqua di un lago; e quelle che mostrano il loro volto lo nascondono con grossi occhiali da sole, trucco pesante o maschere colorate.
Non lo fanno perché amano rendersi misteriose, ma perché sono donne, e per loro cantare in Iran è vietato. Prima della Rivoluzione islamica del 1979, l’Iran era pieno di cantanti donne famose, come Googoosh e Haydeh. Ma con la rivoluzione arrivò anche il divieto per le donne di cantare, salvo in casi rari in cui le autorità consentono loro di cantare musica tradizionale.
Oggi, le poche coraggiose che osano ugualmente cantare le loro canzoni si nascondono dietro nomi come 3P o Madzamel, e condividono la loro musica online. Negli anni scorsi hanno cominciato a realizzare molti video musicali nei quali sono costrette a trovare modi creativi per tenere nascosta la loro identità. Paradossalmente, più diventano famose, più devono proteggere la loro identità.
Infatti, se venissero scoperte, potrebbero pagare un costo pesante: il codice penale iraniano autorizza un giudice a condannare le donne fino a 79 frustate per avere cantato senza l’autorizzazione. E se il giudice accertasse che le loro canzoni in qualche maniera “promuovono la decadenza”, potrebbero persino andare a finire in prigione. Tuttavia, finora, nessun caso simile è stato mai riportato.
Video di 3P: “Tars”
3P è una cantante che vive in Iran. E’ la sola cantante che ha acconsentito ad essere intervistata tra le varie contattate da France 24. Le altre hanno risposto che sarebbe troppo pericoloso.
“Ho studiato arte, ma ho imparato da autodidatta a suonare la chitarra e a cantare. Sono stata incoraggiata a fare video musicali da uno dei miei amici più fidati, che fa il fotografo e il regista. Ha prodotto lui i miei due primi video per le canzoni “Solitudine” e “Il nostro amore”. Dopo che il primo è stato pubblicato online, ho ricevuto così tanto sostegno dai fan che ho deciso di continuare a cantare, a dispetto dei rischi e delle difficoltà
I costi per la produzione, gli arrangiamenti musicali e la realizzazione dei video sono piuttosto alti. Non faccio soldi con la mia musica, di fatto spendo un sacco di denaro! Lavorando in anonimato è molto difficile trovare persone affidabili con cui lavorare e ancora più difficile trovare finanziamenti, dato che non puoi nemmeno andare a parlare con possibili investitori. La musica è la mia carriera, ma se continuo così finirò per avere problemi economici e dovrò smettere.
Ma il carico non è semplicemente finanziario – sono continuamente preoccupata di poter avere problemi con i servizi segreti. Se scoprono chi sono, ho paura che, per esempio, possano vietarmi di lasciare l’Iran. Mi sento come una criminale nel mio paese. Se avrò l’opportunità e i mezzi per partire, lo farò, perché vorrei finalmente mostrare il mio volto e rivelare la mia identità. Penso che i miei video musicali anonimi e quelli di altre cantanti iraniane siano interessanti per la gente perché sono una cosa nuova, ma dopo un po’ diventerà noiosa. Tuttavia per ora, a meno che le leggi iraniane non cambino, non abbiamo altra scelta che continuare a lavorare in questo modo“.
Video di Madzamel, che per nascondersi usa pesanti occhiali da sole
Video di Justina: per celare i suoi veri lineamenti si dipinge il viso
Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.