A Saeed Matinpour, giornalista e attivista politico in prigione, è stata concessa, il 29 luglio scorso, una visita in carcere dopo circa 3 anni passati dietro le sbarre in seguito alla sua condanna.
Secondo il Committee of Human Rights Reporters, il 18 luglio Saeed Matinpour e altri prigionieri politici di Evin sono stati trasferiti in isolamento dopo la violenta irruzione di 150 agenti nel braccio maschile 350 della prigione. Questo ha spinto sei detenuti a lanciare uno sciopero della fame in sostegno di Matinpour per chiedere che fosse tolto dall’isolamento e trasferito nella sezione comune. I sei prigionieri che hanno dato inizio allo sciopero sono Saeed Jalalifar (membro di CHRR), Saeed Haeri (fex membro di CHRR), Reza Shahabi, Soroush Sabet, Fereydoun Seydirad e Vahid Ali Ghalipour.
I prigionieri hanno poi sospeso il loro sciopero dopo 4 giorni quando le loro richieste sono state assecondate e Saeed Matinpour è stato trasferito dal braccio 240 al 350 della prigione di Evin.
Il 29 luglio, a una settimana dal trasferimento nella sezione comune, a Saeed è stata finalmente concessa una visita dei suoi familiari.
Saeed Matinpour, studente di filosofia presso l’Università di Teheran, è un attivista impegnato per i diritti etnici della popolazione azera e un giornalista della testata Zanjan. E’ stato arrestato il 25 maggio del 2007 e sottoposto a duri interrogatori durante nove mesi di isolamento, riportando problemi alla schiena e al collo. E’ stato condannato a otto anni di prigione dalla sezione 15 della Corte Rivoluzionaria presieduta dal giudice Salavati con l’accusa di “contatti con soggetti stranieri” e “propaganda contro il regime”. Anche se Matinpourha trascorso più della metà del suo periodo di detenzione dietro le sbarre della prigione di Evin, non gli è stato concesso il diritto ad ottenere una licenza, nonostante le numerose richieste da parte della sua famiglia. Attualmente sta scontando la sua pena detentiva nel braccio 350 della prigione di Evin.
Fonte: Committee of Human Ritghs Reporters