Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights (IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.
IHR ha soci e sostenitori in Iran, America del Nord, Giappone e in diversi paesi europei. L’organizzazione non ha fini di lucro neanche indiretto e opera esclusivamente per fini di solidarietà sociale. Persegue l’obiettivo del rispetto, in Iran, dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, e dai successivi trattati e atti di diritto internazionale.
Iran Human Rights Italia Onlus intende accrescere la consapevolezza della violazioni dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran, denuncia tali violazioni e svolge azioni in favore dei cittadini di nazionalità iraniana o residenti in Iran.
IHR Italia Onlus è nata nel giugno 2011 ed è stata presentata al pubblico in occasione del secondo anniversario dell’assassinio di Neda Agha Soltan, la giovane iraniana uccisa da un colpo d’arma da fuoco sparato dalle forze governative mentre manifestava pacificamente per le strade di Teheran, il 20 giugno 2009, pochi giorni dopo le contestate elezioni presidenziali.
Statuto di Iran Human Rights Italia
La situazione dei diritti umani in Iran
L’Iran è una delle nazioni che più frequentemente fanno ricorso alla pena di morte. Ogni anno nel paese hanno luogo varie centinaia di esecuzioni, molte delle quali in pubblico, come documentano i rapporti annuali della sezione centrale di IHR. Negli anni più recenti si è registrato un incremento sia nel numero di prigionieri messi a morte, sia in quello delle impiccagioni pubbliche: un chiaro segnale che le autorità del regime islamico dell’Iran adoperano sempre di più la pena di morte come strumento per diffondere il terrore e aumentare il controllo sociale. L’Iran è anche uno dei pochi paesi al mondo che applicano la pena di morte anche a rei minorenni.
Dopo le contestate elezioni presidenziali del giugno 2009 si è intensificata la repressione del dissenso. Studenti attivisti, giornalisti, blogger, difensori dei diritti umani, sindacalisti, artisti, scrittori, esponenti di minoranze etniche, politiche e religiose sono sottoposti a pressioni e persecuzioni continue. Migliaia di loro hanno subito arresti arbitrari, torture, processi iniqui nel corso dei quali i diritti della difesa sono stati costantemente negati, e che quasi sempre si sono conclusi con condanne a severe pene detentive.
Le libertà di opinione, di espressione, di manifestazione sono state cancellate. La Repubblica Islamica dell’Iran occupa stabilmente uno degli ultimi cinque posti (su 179 paesi) nella speciale classifica della libertà di stampa. Nelle carceri iraniane sono attualmente rinchiusi centinaia di prigionieri di coscienza.
Nel giugno 2011 il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite ha istituito il mandato di un Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran, e ha nominato nell’incarico il dott. Ahmed Shaheed. Nonostante le sue numerose richieste di entrare di persona in Iran per svolgere il suo operato, il dott. Shahed si è visto ripetutamente negare l’accesso nel paese da parte delle autorità della Repubblica islamica.