Il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, la Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) con la sua affiliata iraniana (la Lega iraniana per la difesa dei diritti umani) e Reporter senza frontiere hanno diffuso un appello congiunto in cui esprimono condanna e preoccupazione per la situazione di alcuni prigionieri di coscienza iraniani la cui vita è in pericolo nelle prigioni del regime.
Le tre organizzazioni condannano fermamente il trattamento disumano che attivisti per i diritti umani, giornalisti, blogger e altri prigionieri di coscienza stanno ricevendo in Iran.
“La situazione dei diritti umani in Iran – si legge nell’appello – continua a peggiorare. Dalle prigioni del paese, specialmente da Evin e da Rajai Shahr, continuano ad arrivare notizie di morti sospette e maltrattamenti. Le vite di molti prigionieri di coscienza sono in pericolo. Tra loro ci sono Narges Mohammadi, Mohammad Sedigh Kaboudvand e Hossein Ronaghi Maleki, che sono gravemente ammalati. Chiediamo il loro rilascio definitivo e incondizionato, esortiamo il governo iraniano a smettere di porre a rischio le loro vite, e lo riterremo responsabile per tutto quello che potrà succedere loro.”
“La Repubblica Islamica – affermano le tre organizzazioni – sta approfittando delle tensioni regionali e delle sue trattative sul programma di sviluppo nucleare con Cina, Francia, Germania, Russia, Gran Bretagna e Stati Uniti per distogliere l’attenzione dalla gravità delle sue violazioni ai diritti umani.”
“Essa – aggiungono infine i firmatari dell’appello – continua a respingere una visita di Ahmed Shaheed, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran. In contrasto con le leggi interne e con quelle internazionali, non c’è alcuna forma di controllo indipendente sulle carceri iraniane e sul rispetto dei diritti elementari dei detenuti. La comunità internazionale deve fare in modo che le autorità iraniane collaborino incondizionatamente con le Nazioni Unite e autorizzino una visita del relatore speciale”.
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Fonte: FIDH