L’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine e i Paesi europei che sovvenzionano l’Iran attraverso la cooperazione devono condizionare i finanziamenti per la lotta al narcotraffico alla fine della pena di morte per reati di droga.
La scorsa settimana, fonti ufficiali iraniane hanno annunciato che 70 membri del Parlamento hanno firmato una proposta di cambiamento della legislazione per porre fine alla pena di morte per reati di droga. I membri del Parlamento sostengono che le persone condannate per reati di droga, reati non violenti, debbano essere condannati all’ergastolo, ma non alla morte. Il disegno di legge deve essere approvato dal Consiglio dei Guardiani prima di diventare legge.
Iran Human Rights chiede all’UNODC e ai paesi che supportano finanziariamente il programma iraniano per la lotta alla droga, di interrompere la fornitura di attrezzature, fondi e tecnologie alla Repubblica Islamica fino a quando i reati di droga saranno puniti con la pena di morte.
Il processo che porta all’approvazione della legge potrebbe durare anni e nel frattempo le autorità iraniane continueranno a mettere a morte persone per reati di droga. La proposta, tra l’altro, non esclude la pena di morte per le persone che hanno compiuto un reato di droga in possesso di un’arma da fuoco. In questi casi è ancora prevista la condanna a morte.
Negli ultimi anni, la maggior parte dei detenuti impiccati per reati di droga, sono stati accusati di “contrabbando di armi”. Al contrario, i dati dei gruppi per i diritti umani, tra cui anche IHR, dimostrano il contrario: le persone che sono state messe a morte in Iran per reati di droga non erano armate, non hanno avuto accesso a un processo trasparente o ad una giusta indagine e gli è stato negato l’accesso a un avvocato. Lo scorso anno, la Magistratura iraniana aveva avanzato al Parlamento iraniano una proposta di legge per la fine della pena di morte per reati di droga, ma al momento non ci sono informazioni in tal senso.
“L’annuncio della proposta di legge arriva proprio nel momento in cui si è concluso il programma dell’UNODC per combattere il traffico di droga in Iran e stanno per partire i programmi del 2016. Considerando che molti paesi che finanziano la lotta alla droga in Iran sono europei e hanno espresso malcontento per le esecuzioni legate al traffico di droga, la proposta di legge potrebbe essere una manovra delle autorità iraniane per tranquillizzare proprio questi paesi”, ha detto Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights. “Ben vengano i cambiamenti della legge che vogliono favorire la fine della pena di morte in Iran, ma il nostro obiettivo è la riduzione reale delle esecuzioni e non una semplice proposta al Parlamento”.
Fino all’approvazione della proposta di legge e a ad una significativa riduzione del numero di esecuzioni per reati di droga in Iran, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine non deve partecipare, né direttamente né indirettamente, a nessun tipo di cooperazione che può portare all’arresto di persone per possesso di droga.
Fonte: Iran Human Rights