Si aggravano, nel carcere di Zanjan, le condizioni di salute di Narges Mohammadi, attivista per i diritti umani, vicedirettore e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani di Teheran.
Taghi Rahmani, marito della prigioniera di coscienza e da tempo costretto all’esilio in Francia, ha riferito all’International Campaign for Human Rights in Iran che la moglie è stata visitata dai familiari, i quali l’hanno trovata con il volto coperto di lividi e affetta da una grave forma di balbuzie. Mohammadi ha raccontato ai parenti di essere svenuta sotto la doccia, di essere caduta pesantemente per terra, e di avere ricevuto il solo soccorso di una compagna di cella, mentre nessuna attenzione medica le è stata prestata dalle autorità del carcere.
Il Committe of Human Reporters (CHRR) aggiunge anche che la donna, nel corso di questa visita, sarebbe apparsa talmente provata da non essere in grado di camminare.
Rahmani ha sottolineato che l’ambiente del carcere di Zanjan è pericoloso e non fa che peggiorare la situazione, e che molti alterchi violenti tra prigionieri avvengono al suo interno. Egli ha anche aggiunto che la sentenza contro la moglie non prevedeva che la pena dovesse essere scontata al confino, e che la scelta delle autorità di trasferire Mohammadi dalla prigione di Evin (Teheran) a quella di Zanjan non è che un tentativo di sottoporla ad ulteriori pressioni.
Narges Mohammadi, madre di due gemelli di 6 anni, fu arrestata per la prima volta nel giugno 2010 e venne rilasciata su cauzione dopo 20 giorni, dopo aver sofferto nel carcere di Evin di temporanee paralisi neuromuscolari, per le quali – una volta tornata in libertà – è stata a lungo ricoverata in ospedale e sottoposta ad accertamenti e cure.
Venne condannata in primo grado a 11 anni di detenzione dal Tribunale rivoluzionario di Teheran, con le accuse di “assemblea e cospirazione contro la sicurezza nazionale”, “partecipazione al Centro dei difensori dei diritti umani” e “propaganda contro la Repubblica islamica”. In seguito la Corte d’appello ha ridotto la sua pena a 6 anni, sentenza definitiva che Mohammadi è stata poco dopo chiamata a scontare nel carcere di Evin.
Con un atto illegale, invece di essere rinchiusa nella sezione 350 di Evin, è stata posta nella sezione 209, quella gestita direttamente dal Ministero della sicurezza. 20 giorni dopo è stata trasferita nel carcere di Zanjan.
Recentemente IHR Italia ha condannato con forza l’arresto di Narges Mohammadi e richiesto il suo rilascio immediato e senza condizioni.
Fonti: Radio Zamaneh e Blog Persianbanoo