Arrestato il nonno 80enne di Arash Sadeghi, studente attivista e prigioniero di coscienza | Iran Human Rights

Arrestato il nonno 80enne di Arash Sadeghi, studente attivista e prigioniero di coscienza

Arash Sadeghi sulla tomba di sua madre, morta in seguito a un attacco di cuore patito quando lui fu arrestato

Shirollah Dargahi, nonno dell’attivista del movimento studentesco Arash Sadeghi, prigioniero di coscienza, è stato a sua volta arrestato mercoledì scorso.

Gli agenti si sono presentati a casa sua alle 8 di mercoledì sera, lo hanno prelevato e portato in località ignota.

Secondo le notizie, mentre la signora Dargahi era in stato di shock a causa di questa irruzione serale, gli agenti hanno sostenuto che stavano prendendo suo marito solo per fargli delle domande e che lo avrebbero riportato a casa, ma tutti i segnali indicano che questo nonno ottantenne è stato posto agli arresti.

Considerando l’età e la precaria salute del signor Dargahi, la famiglia è profondamente preoccupata. Al tempo stesso anche sua moglie, ancora sotto shock per il trauma e per lo spavento, non sta bene e se la situazione non migliora dovrà essere ricoverata in ospedale.

Il nonno di Arash Sadeghi aveva recentemente diffuso una lettera indirizzata all’inquirente incaricato degli interrogatori di Arash, lettera che è stata largamente pubblicizzata dai siti dell’opposizione (e che è forse la ragione dell’arresto). “Signor inquirente – si legge nella missiva – ha realizzato che tutte le sue accuse contro Arash sembrano piuttosto uno scherzo, un amaro scherzo? Cosa intende fare con Arash? La morte di sua madre e lo sconvolgimento e la distruzione della sua famiglia non sono ancora abbastanza? I suoi oltre 30 mesi di detenzione, la maggior parte dei quali in isolamento, non sono ancora abbastanza? I danni fisici che ha subito durante gli interrogatori, come le costole e la spalla rotta, confermati dalle perizie del medico legale, non sono ancora abbastanza?”

Arash Sadeghi è, tra i prigionieri politici arrestati dopo le elezioni presidenziali del 2009, uno di quelli che hanno pagato il prezzo più alto e sofferto più duramente. Le sofferenze che ha patito, e la morte della madre avvenuta dopo che le forze dell’ordine avevano fatto irruzione nell’abitazione di famiglia, lo hanno sottoposto a un grave ed intenso stato di stress psichico.

Tuttavia, Sadeghi è rimasto fermo sulle sue posizioni, e attualmente è in sciopero della fame da due settimane in sostegno di Hossein Ronaghi Maleki.

Studente e attivista dell’università Allameh Tabatabai, membro della campagna elettorale di Mir Hossein Mousavi per le presidenziali del 2009, è stato uno dei tanti prigionieri di coscienza arrestati dopo quelle elezioni e dopo le proteste che ne sono scaturite.

Fu arrestato per la prima volta il 9 luglio 2009, nel corso della repressione di quelle proteste, e rilasciato dopo 50 giorni di isolamento. Come conseguenza del trauma dovuto all’irruzione notturna degli agenti in casa (erano le 4 del mattino) allo scopo di arrestare Arash, sua madre ebbe un infarto e morì dopo quattro giorni di agonia in ospedale.

Il più recente arresto di Arash risale al mattino del 15 dicembre 2011, mentre stava visitando la tomba della madre insieme ai nonni. Da quel giorno è stato sempre rinchiuso in isolamento nella sezione 209 del carcere di Evin.

Dopo la morte della madre, il nonno di Arash è rimasto il solo parente che si è fatto carico di difenderlo pubblicamente.

 

Fonte: Blog di Persianbanoo (da Kaleme)

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