In assenza di una reazione internazionale le autorità iraniane hanno messo a morte una persona ogni due ore nella prima metà del mese di giugno. Iran Human Rights chiede reazioni immediate a livello internazionale affinché si ponga fine alle continue esecuzioni di massa in Iran.
Media ufficiali iraniani hanno riportato le esecuzioni di 27 persone avvenute tra il 16 e il 17 giugno.
Secondo il sito di informazione radiotelevisiva dello stato iraniano, Jam News, 24 prigionieri sono stati impiccati nella prigione di Rajaishahr, a Karaj (ovest di Teheran) il 16 giugno. “La maggior parte dei prigionieri erano stati condannati per reati legati alla droga” riferiscono le notizie che parlano dei detenuti come “criminali e trafficanti di droga”. Nove di questi prigionieri sono stati identificati per nome.
Altre due persone sono state impiccate in due differenti città iraniane, all’alba del 17 giugno. Secondo il sito di informazione Tabnak, uno dei detenuti era stato accusato di Moharebeh (dichiarare guerra a Dio) per rapina, traffico di armi e distribuzione di bevande alcoliche. Stando a quanto riportato, il detenuto, non identificato per nome, aveva 33 anni ed è stato impiccato il 17 giugno mattina nella prigione di Mashhad (nord est dell’Iran).
L’altro detenuto, messo a morte il 16 mattina, aveva 43 anni ed è stato identificato come “M.Z.“. Era stato accusato per omicidio ed impiccato nella prigione di Sari (nord dell’Iran).
Secondo le informazioni raccolte da IHR finora nel mese di giugno sono state messe a morte almeno 206 persone in differenti città iraniane. 60 di queste esecuzioni sono state annunciate da fonti ufficiali, mentre IHR è riuscita a confermare altre 146 esecuzioni che non sono state rese note dalle autorità.
IHR condanna le esecuzioni arbitrarie in Iran e chiede reazioni internazionali. “Il numero delle esecuzioni in Iran non ha precedenti negli ultimi 20 anni. Finora nel mese di giugno le autorità iraniane hanno messo a morte 12 persone ogni giorno, mentre la comunità internazionale continua a rimanere in un eloquente silenzio”, così commenta Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights.
Fonte: Iran Human Rights