Si aggravano le condizioni dei sei prigionieri curdi sunniti detenuti nel carcere di Ghezelhesar (Teheran) e in sciopero della fame dal 4 novembre. Il 6 gennaio scorso tre di loro, Kamal Moulayi, Jamshid Dehghani e Jahangir Dehghani hanno perso conoscenza e sono stati ricoverati nell’infermeria della prigione e quindi riportati in cella dopo 6 ore. Sono nuovamente svenuti nel volgere di poche ore e perciò sono stati trasferiti in ospedale, fuori dal carcere.
Secondo le notizie riferite da HRANA (Human Rights Activists News Agency) da quando hanno iniziato la loro protesta i sei hanno perso molto peso. Hamed Ahmadi 20 chili, Jahangir Dehghani 17, Jamshid Dehghani 30 e Kamal Moulayi 15.
Intanto si apprende dal sito Mukrian News che le famiglie dei detenuti hanno deciso di unirsi allo sciopero della fame.
I prigionieri chiedono sono stati arrestati nel 2009 e accusati, tra l’altro, dell’assassinio del Mullah Mohammad Sheikoleslam, un membro dell’Assemblea degli Esperti colpito a morte da colpi d’arma da fuoco nel settembre 2009. Giudicati colpevoli di moharebeh (guerra contro Dio) e di “atti contro la sicurezza nazionale”, sono stati condannati a morte dalla sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran. Loro stessi e le organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, sostengono che il loro arresto è avvenuto alcuni mesi prima del delitto. Fonti con cui IHR è in contatto hanno affermato che il processo a loro carico è durato 10 minuti e che gli imputati non hanno avuto accesso al loro legale.
La loro esecuzione era in programma per il 25 settembre scorso, ma è stata rinviata. Altri sei prigionieri arrestati insieme a loro sono invece stati messi a morte un anno fa.
I prigioneri in sciopero della fame chiedono la revisione del processo e un giudizio equo.
FONTI: HRANA e Radio Zamaneh