Dal 13 giugno 2013, 5 attivisti per i diritti umani azeri attualmente dietro le sbarre nel penitenziario di Tabriz hanno preso parte a uno sciopero della fame per protestare contro il loro arresto dopo un processo farsa.
Si tratta di Mahmud Fezli, Latif Hasani, Ayat Mehrali Baglou, Behboud Gholizadeh e Shahram Radmehr, membri dell’organizzazione Yeni Gamoh, che difende i diritti culturali e civili delle minoranze azere in Iran, in particolare il diritto a parlare la loro lingua.
Il 24 aprile 2013 un giudice li ha condannati a 9 anni di carcere con l’accusa di “aver fondato un gruppo illegare” e “propaganda contro il governo”. Gli attivisti sono stati fermati in diverse città iraniane, durante un’ondata di arresti tra dicembre 2012 e febbraio 2013. Attualmente si trovano nella prigione centrale di Tabriz, nel nordovest del Paese. I cinque non hanno avuto accesso a un avvocato per mesi.
Tra le altre accuse, Yemi Gamoh è stato messo all’indice per “aver scritto una lettera all’Unesco” riguardo il diritto dei bambini azeri in Iran a imparare la propria lingua. L’associazione è stata anche definita “clandestina”, nonostante sia attiva su un sito Internet accessibile a tutti, yenigamoh.com.
Alla luce delle precedenti accuse di maltrattamenti e torture in carcere, e dato che Gholizadeh e Radmehr non hanno avuto accesso alle cure mediche di cui avevano bisogno, la salute fisica e psicologica degli attivisti è a rischio. Ci sono prove che i prigionieri non ricevano adeguate cure mentre portano avanti lo sciopero della fame. Dopo una settimana, i cinque sono stati trasferiti da Tabriz a Teheran, una misura ritenuta una ritorsione contro il loro atto.
Fonte: Front Line Defenders