Mansour Radpour, 41 anni, prigioniero politico detenuto nel carcere di Rajai Shahr (Karaj) è morto in cella lunedì 21 maggio alle 8 del mattino.
Secondo le prime osservazioni la causa del decesso è da imputare a un’emorragia cerebrale. Ne dà notizia HRANA (Human Rights Activists News Agency), aggiungendo che il volto, il collo e i piedi di Radpour apparivano scuri.
Sempre secondo HRANA, Radpour aveva molti problemi di salute (pressione alta, sofferenza cardiaca e renale, nausee), ma le autorità carcerarie gli hanno ripetutamente negato le cure necessarie e l’infermeria della prigione aveva rifiutato il suo ricovero.
Radpour aveva anche sottoscritto numerose richieste per ricevere visite da suo figlio, ma spesso le autorità le avevano respinte.
Residente a Karaj, era stato arrestato cinque anni fa e accusato di simpatie per l’Organizzazione dei Mojaheddin del Popolo (PMOI), un gruppo politico dissidente e illegale. Era stato perciò condannato a 3 anni di detenzione per “attività contro la sicurezza nazionale svolta attraverso la collaborazione con il PMOI”. Ma dopo che aveva finito di scontare quella pena, un’altra sentenza a 5 anni di carcere gli era stata comminata.
HRANA sostiene che Radpour avrebbe subito in prigione pesanti torture.
Fonte: Radio Zamaneh