Jila Baniyaghoob, reporter freelance e redattore capo del sito Kanoon Zanan Irani (Focus sulle donne dell’Iran) impegnato a denunciare l’oppressione sociale e politica che grava sulle donne iraniane, è rientrata questa mattina nel carcere di Evin (Teheran) per scontare una condanna a un anno di detenzione emessa dalle autorità giudiziarie nel giugno 2010.
Jila Baniyaghoob fu arrestata insieme a suo marito, il giornalista economico Bahaman Ahamadi Amoee, la notte del 20 giugno 2009 da agenti dei servizi segreti in borghese, all’ indomani delle contestate elezioni presidenziali. Dopo circa 60 giorni di detenzione nel carcere di Evin, viene rilasciata su cauzione. Contrariamente Bahman resta un prigioniero di coscienza, processato per i suoi scritti critici nei confronti della politica economica dell’amministrazione Ahmadinejad e condannato (in via definitiva) a 5 anni di detenzione che sta attualmente scontando nel carcere di Rajai Shahr (Karaj) una prigione di massima sicurezza.
Nel giugno 2010 arriva la sentenza per Jila Baniyaghoob: un anno di detenzione e divieto di svolgere la professione giornalistica per i prossimi 30 anni.
Classe 1970, la Baniyaghoob è stata già, in più occasioni, incarcerata e torturata per le sue attività di giornalista ed attivista. Nel 2006 fu arrestata insieme ad altre 70 persone (42 donne), davanti all’università di Teheran, mentre seguiva per il giornale riformista Sarmayeh una manifestazione contro la discriminazione di genere, manifestazione violentemente repressa dalle forze dell’ordine. Nel marzo del 2007 un nuovo arresto mentre seguiva il caso di un processo della Corte Rivoluzionaria Islamica contro attivisti per i diritti delle donne; in quella circostanza venne rinchiusa in un braccio speciale del carcere di Evin tenuta in cella di isolamento, interrogata al buio, costretta a bere acqua sporca, il che le causò una grave intossicazione. Ancora nel 2008 fu arrestata con altre nove donne che commemoravano la manifestazione di due anni prima. Sempre nello stesso anno l’International Women Media Foundation le ha conferito il premio “Coraggio nel giornalismo” (vinto nel 2002 da Anna Politkovskaya).
Jila Baniyaghoob è inoltre tra i membri fondatori della campagna One Million Signatures Campaign for Equality, nata con l’obiettivo di abrogare le leggi iraniane che discriminano le donne. Già autrice di un libro, Journalists in Iran, era impegnata nella redazione di un secondo lavoro, Women in the Unit 209 of Evin, basato sull’osservazione diretta della vita e delle condizioni delle donne, prigioniere di coscienza, detenute nel carcere di Evin.