14 prigionieri politici sono stati frustati nel carcere di Evin durante gli ultimi giorni del Ramadan | Iran Human Rights

14 prigionieri politici sono stati frustati nel carcere di Evin durante gli ultimi giorni del Ramadan

14 prigionieri di coscienza detenuti nel braccio 350 del carcere di Evin (Teheran) sono stati frustati nei giorni scorsi, gli ultimi del sacro mese del Ramadan. I loro nomi sono Siyamak Ghaderi, Rahman Bouzari, Ebrahim Babaei Ziedi, Hossein Zarini, Kourosh Koohkan, Nazer Azarniya, Homan Mousavi, Mazdak Ali Nazari, Alireza Kia, Amir Latifi, Ashkan Elahyari, Rasoul Herdani e Kamran Ayazi. Il quattordicesimo della lista, Majid Sadeghinejad, era stato frustato nei giorni immediatamente precedenti.

Nel recente passato è accaduto raramente che le condanne alle frustate contro prigionieri politici siano state eseguite. Spesso tali condanne, nelle sentenze della magistratura iraniana, si aggiungono alle pene detentive, per cui molti prigionieri hanno a loro carico un periodo di carcere da scontare e anche un certo numero di frustate da subire. Di solito si è ritenuto che i magistrati, in taluni casi, abbiano evitato di emettere condanne a pene carcerarie più lunghe, “sostituendo” qualche anno di carcere con alcune decine di frustate che, in realtà, i prigionieri non sono stati quasi mai costretti a subire (ma ci sono stati anche casi diversi, come quello dell’attivista Peyman Aref, che ha scontato per intero la sua condanna a 74 frustate).

L’episodio dei giorni scorsi rappresenta perciò una preoccupante inversione di tendenza, confermata da quanto afferma il sito di opposizione Kaleme, secondo il quale molte persone che erano state condannate tempo fa a pene tra i 6 mesi e i 6 anni di carcere, ed erano in libertà provvisoria su cauzione, sarebbero state recentemente contattate e convocate a Evin per scontare la loro pena e informate che, nel caso in cui non rispondano alla convocazione, la cauzione da loro versata sarà confiscata.

 

Fonte: Blog di Persianbanoo

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