E’ trascorso più di un mese da quando il noto economista iraniano Fariborz Rais Dana è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Evin (Teheran) a scontare una pena di un anno di detenzione. Ora sua moglie, Azadeh Forghani, parlando all’International Campaign for Human Rights in Iran, esprime tutta la sua preoccupazione per le condizioni del marito in prigione.
“A causa della sua età e dei suoi vari problemi di salute – ha detto Forghani – l’ambiente carcerario ha deteriorato le sue condizioni fisiche e sono molto preoccupata per lui. Soffre di diabete e di alta pressione, nonché di problemi all’apparato digerente e alla prostata. Deve assumere regolarmente le sue medicine e seguire una dieta molto rigorosa. Né il cibo né le condizioni igieniche del carcere sono adeguate. Il negozio di Evin non dispone neppure di frutta e verdura che i prigionieri possano comprare da sé. Lontano dalla sua famiglia e dal suo unico figlio, che ha 4 anni, Fariborz se la passa davvero male.”
“Quando mi sono recata in visita da lui – aggiunge la moglie – ho appurato che non gli sono state date alcune delle medicine di cui ha bisogno, e nemmeno i suoi occhiali. Gli hanno dato invece libri e vestiti. Ma come può leggere senza occhiali?”
Rais Dana, economista, ex professore universitario e membro dell’Associazione degli scrittori iraniani, venne arrestato una prima volta il 19 dicembre 2010, a casa sua, dopo che aveva rilasciato al canale televisivo BBC Persian un’intervista in cui criticava il piano di sussidi pubblici del presidente Ahmadinejad. Fu rilasciato un mese dopo, ma il processo a suo carico, svoltosi presso la sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran (giudice Moghisseh), il 28 maggio 2011, si è concluso con la condanna a un anno di detenzione per le accuse di “propaganda contro il sistema per mezzo della partecipazione all’Associazione degli scrittori iraniani, la sottoscrizione di vari comunicati di natura politica, e rilasciando a media stranieri interviste critiche nei confronti del governo della Repubblica islamica.”
Fariborz Raisdana era già stato espulso dal suo ruolo stabile di docente universitario a causa delle sue lezioni e dei suoi scritti critici nei confronti del regime, e poteva insegnare all’università solo come professore ospite. Prima dell’arresto del 21 maggio, le autorità lo avevano ripetutamente minacciato perché restasse in silenzio.
La moglie dell’economista ha anche detto che la magistratura iraniana non ha mai restituito la cauzione versata per il suo rilascio nel 2010, e che nessuna spiegazione è stata fornita per questo rifiuto.
“Quando Fariborz – dice ancora Azadeh Forghani – vede un uomo come Abdolfattah Soltani, suo compagno di cella, che è stato condannato a 13 anni di carcere, o Saeed Madani, o i giovani che stanno in prigione per ragioni non chiare, la sua condizione psicologica non può che esserne turbata. Tutto ciò può portare un prigioniero alla depressione. Grazie a Dio Fariborz sa come tenere alto il suo umore. Adesso tiene corsi di economia nel cortile della prigione, analizzando la situazione economica del paese, e non gli può più importare che le autorità chiudano i corsi o no, dato che sta già in prigione!”
Fonte: International Campaign for Human Rights in Iran