Zanyar Moradi, prigioniero politico curdo condannato a morte, era stato trasferito dal carcere all’ospedale per ricevere cure mediche, ma è stato ricondotto in prigione prima che le terapie fossero terminate. Ne dà notizia HRANA (Human Rights Activists News Agency). Moradi si trova attualmente nella sezione quarantena del carcere di Rajai Shahr (a Karaj).
In un primo momento Moradi era stato trasferito dalla sezione 12 di Rajai Shahr all’ospedale Sina perché soffriva d’ernia e di problemi al ginocchio e alla schiena. E’ stato operato d’ernia, ma subito dopo, nella giornata di sabato scorso, è stato riportato in carcere, benché i medici avessero sottolineato che il decorso post-operatorio dovesse svolgersi sotto controllo medico e che le terapie al ginocchio e alla schiena dovessero continuare.
Un prigioniero di Rajai Shahr ha riferito che Zanyar è stato picchiato al suo ritorno a Rajai Shahr da una guardia di nome Daftari, e a causa delle percosse uno dei punti di sutura della ferita chirurgica si è strappato. A quel punto Zanyar è stato spostato nella sezione quarantena della prigione, che è notoriamente una delle più sporche. La guardia che ha picchiato Zanyar, secondo la stessa testimonianza, sarebbe la stessa che aveva cercato di aggredirlo già tre anni fa, ma gli altri prigionieri in quel caso erano riusciti ad impedirglielo.
Zanyar Moradi è condannato a morte per l’accusa di avere ucciso, in collaborazione con suo cugino Loghman Moradi (anch’egli condannato a morte), Memari e Hajeer Ibrahimi, i figli dell’Imam della preghiera del venerdì di Marivan (città della provincia del Kurdistan iraniano). Sia Zanyar che Loghman Moradi hanno più volte respinto tutte le accuse.
Fonte: HRANA