Soheil Arabi, la cui condanna a morte per “insulti al profeta” è stata recentemente ribaltata dalla Corte Suprema, è ora stato condannato a sette anni e mezzo di prigione: è quanto ha riferito una fonte vicina al caso a International Campaign for Human Rights in Iran.
La sezione 10 del Tribunale Penale di Teheran ha anche ordinato a Arabi di seguire per due anni corsi di studi islamici per “provare il suo pentimento” per aver postato contenuti su Facebook contro il profeta Maometto, ha aggiunto la fonte.
“Arabi deve leggere 13 libri sulla teologia e sulla consapevolezza religiosa per due anni e preparare resoconti per ognuno per chiarire i suoi dubbi. Deve, inoltre, essere in contatto con il True Path Institute e l’Imam Khomeini Research Center e avanzare sue domande. Ogni mese dovrà presentare al tribunale le domande, le risposte e i resoconti dei libri”, ha detto la fonte a International Campaign for Human Rights in Iran.
Arabi, 32 anni, è stato arrestato nel novembre del 2013 dalle Guardie Rivoluzionarie Islamiche per i post pubblicati su Facebook e condannato a morte dalla sezione 76 del Tribunale Penale di Teheran per “insulti al profeta”. Ma il 27 giugno 2015, la Corte Suprema ha annullato la condanna a morte.
La fonte vicina ad Arabi ha detto che potrebbe esserci un nuovo appello per cercare di ridurre la condanna a sette anni di prigione “perché crediamo che dovrebbe passare meno tempo in carcere”.
Arabi, che ha ammesso che “non era in uno stato di mente adeguato” quando ha scritto alcuni dei suoi post su Facebook, sta attualmente scontando tre anni presso la prigione di Evin per “insulti alla Guida Suprema” e ” incitamento alla propaganda contro lo stato”.