Reporter Senza Frontiere ha scritto una lettera aperta ai candidati che hanno ricevuto il via libera dal Consiglio dei Guardiani e che concorreranno alle prossime elezioni presidenziali iraniane (le 11.me nella storia della Repubblica Islamica dell’Iran), chiedendo loro di impegnarsi pubblicamente a sostenere e tutelare la libertà d’informazione in Iran. Gli otto sono: Gholam Ali Haddad Adel, Mohammad Reza Aref, Mohammad Bagher Ghalibaf, Mohamad Gharazi, Saeed Jalili, Mohsen Rezaei, Hasan Rowhani, Ali Akbar Velayati. Il Consiglio dei Guardiani ha infatti respinto, tra le altre, la candidatura di Hashemi Rafsanjani (su cui convergevano le speranze dell’opposizione riformista) e quella di Esfandiar Rahim Mashaei (appoggiato dal presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad).
“La lista degli otto candidati – sostiene RSF – è stata resa pubblica ieri dal Consiglio dei Guardiani, i cui membri sono scelti e nominati direttamente dalla Guida suprema Ali Khamenei. Quella lista concede poche speranze che le elezioni del 14 giugno si svolgeranno in modo chiaro e trasparente.”
RSF ricorda che, mentre nel 2009 gli iraniani furono defraudati del loro voto il giorno dopo le elezioni, quest’anno la frode arriva addirittura prima che la campagna elettorale abbia inizio.
“Il regime iraniano trasgredisce in modo evidente la libertà d’informazione – continua RSF -, un diritto fondamentale per lo svolgimento di elezioni libere e giuste. Nel corso dei due mandati del Presidente Mahmoud Ahmadinejad il rispetto dei diritti umani è spaventosamente calato nella Repubblica islamica. Nel corso di questi 8 anni più di 200 giornali sono stati chiusi e più di 300 giornalisti e netizen sono stati arbitrariamente arrestati, torturati e condannati a pene detentive assai lunghe.”
Perciò, per fare in modo che le sue raccomandazioni non restino inascoltate e per porre il rispetto dei diritti fondamentali al centro della campagna elettorale, Reporter Senza Frontiere lancia oggi una sfida ai candidati, chiedendo loro di liberare tutti i giornalisti e i netizen che sono in prigione e di assicurare che l’Iran osservi i suoi obblighi internazionali sul rispetto della libertà d’informazione. Tra questi, il Trattato internazionale sui diritti civili e politici, che l’Iran ha ratificato nel 1975.
Di seguito il testo della lettera.
A tutti i Candidati,
il Consiglio dei Guardiani ieri ha ufficialmente approvato la vostra candidatura alla presidenza della Repubblica islamica dell’Iran per le elezioni che si svolgeranno il 14 giugno. Reporter Senza Frontiere, una organizzazione internazionale per la difesa della libertà d’informazione, desidera richiamare la vostra attenzione sulla intollerabile mancanza di rispetto per i diritti fondamentali nel vostro paese. Le violazioni includono la repressione contro giornalisti e netizen, e la completa impunità concessa a coloro che ne sono responsabili.
Reporter Senza Frontiere chiede che tutti i candidati alle presidenziali si impegnino apertamente e incondizionatamente a rispettare la libertà d’informazione, e a ristabilire il potere della legge in Iran. Queste sono richieste del popolo iraniano, e rappresentano condizioni essenziali perché l’Iran possa uscire dall’isolamento internazionale.
Nello specifico, Reporter Senza Frontiere chiede a tutti i candidati di impegnarsi nei seguenti atti:
- Chiedere il rilascio incondizionato del 52 giornalisti e netizen che sono attualmente imprigionati in Iran. Alcuni di loro erano stati arrestati subito dopo la contestata rielezione del Presidente Ahmadinejad nel giugno 2009 e sono ancora in carcere quattro anni dopo. Il loro solo crimine è stato esercitare il loro diritto costituzionale alla libertà d’informazione. Questo diritto non sarà rispettato in Iran finché arresti e detenzioni arbitrarie resteranno una prassi sistematica da parte delle autorità iraniane intente a imbavagliare la stampa e a rendere silenziosa la società civile.
- Cominciare una fondamentale riforma della legge sui media, finalizzata in particolare a depenalizzare le violazioni alla legge sulla stampa e a garantire la libertà d’informazione senza discriminazioni basate sulla lingua, sulla religione o sulle opinioni politiche. Una revisione della legge sulla stampa del 1986 (emendata nel 2000 e nel 2009 per includere le pubblicazioni online) è urgentemente necessaria. La legge attuale consente alle autorità di verificare che i media “non danneggino le fondamenta della Repubblica islamica,” “non offendano la Guida suprema,” e “non diffondano false informazioni.” Gli emendamenti che obbligano le pubblicazioni online ad ottenere un permesso devono essere abrogati.
- Assicurare che i cittadini iraniani abbiano accesso libero, non censurato e non controllato, a Internet. Il lancio di un “halal Internet” concepito per imporre un apartheid digitale, rappresenta un pericolo per l’Iran.
- Porre fine agli atti arbitrari e all’impunità. Gli assassinii di giornalisti dissidenti non devono restare impuniti. Tra questi ci sono le morti di Ebrahim Zalzadeh, Majid Charif, Mohammed Mokhtari, Mohammed Jafar Pouyandeh e Pirouz Davani, tutti assassinati da agenti del Ministero dell’intelligence e della sicurezza nazionale nel novembre e dicembre 1988. Allo stesso modo, le morti di Zahra Kazemi (2003), Ayfer Serçe (2006), e dei giovani blogger Omidreza Mirsayafi e Sattar Beheshti (2012). Coloro che hanno pianificato ed eseguito questi delitti devono essere consegnati alla giustizia.
Fintantoché queste richieste non saranno accolte, gli iraniani non potranno pensare a se stessi come a un popolo libero.
Grazie per la vostra attenzione a questi importanti argomenti.
Christophe Deloire
Segretario generale
Reporter Senza Frontiere (Reporters Without Borders)
Fonte: Reporters Without Borders