Peyman Roshanzamir, blogger e web designer di Ahvaz che è stato condannato a 17 mesi di prigione nel 2011, ha comunicato a International Campaign for Human Rights in Iran che la scorsa settimana le forze di sicurezza sono andate a cercarlo a casa del padre, con lo scopo di condurlo nella prigione di Karoon.
“La scorsa settimana gli agenti sono andati due volte presso l’abitazione di mio padre, quando io non c’ero. Sono anche stati a casa della persona che ha pagato la mia cauzione nel 2011 in modo che io potessi essere rilasciato, minacciandolo. Tuttavia non ho ancora ricevuto alcuna convocazione”, ha detto il blogger all’organizzazione.
“Sono riuscito a fissare un appuntamento con il procuratore di Ahvaz per la prossima settimana, ma ho fatto le valigie e se necessario, mi consegnerò al carcere di Karoon. Ho messo nella borsa anche un ventaglio, perché ho sentito che il condizionatore nel braccio di sicurezza della prigione di Karoon è rotto” ha aggiunto.
Il blogger ha scritto una lettera al procuratore di Teheran dopo che la sua sentenza è stata confermata. “Dato che sono stato condannato per ‘insulti alla Guida Suprema’, ho chiesto di includere nella sentenza la frase della Guida Suprema ‘un giorno in isolamento vale quanto 10 giorni di prigione’ e di fare i dovuti calcoli. Stando a questa considerazione, se un giorno in isolamento equivalesse anche solo a cinque giorni trascorsi in prigione, considerando che io ho trascorso 31 giorni in isolamento nel centro di detenzione dell’Intelligenece nel 2011, ora io dovrei essere considerato in libertà condizionata”, ha detto Peyman Roshanzamir.
“Mr. Afsharnia, il procuratore di Ahvaz, ha sempre avuto un buon rapporto con i familiari dei prigionieri. Dopo aver ricevuto la mia lettera, ha subito dato ordine di rivedere la mia situazione e questo è il motivo per cui mi aspettavo che il problema si fosse risolto. Ma dopo tre anni, vedo che adesso le forze di sicurezza sono andate a casa di mio padre per dar seguito alla mia condanna, senza un mandato di comparizione”, afferma il blogger.
Gli agenti hanno arrestato Peyman Roshanzamir, fondatore del blog Oos Peyman e caporedattore del sito web Halft-e Tir, il 3 gennaio del 2011 nella sua abitazione. E’ stato in carcere per due mesi, uno nell’ufficio dell’Intelligence del centro di detenzione di Ahvaz e l’altro nella prigione di Karoon con l’accusa di “propaganda contro il regime” e “insulti alla Guida Suprema”. In segno di protesta contro il processo, ha deciso di non difendersi in tribunale.
“Ho già pagato abbastanza per questa decisione. Tutti i miei siti, anche quelli non politici che mi hanno permesso di avere di che vivere, sono stati bloccati, senza che fosse rintracciato in essi alcun contenuto illegale.
Ad esempio, un mio sito sui diritti sociali, è stato bloccato perché uno degli articoli, ripreso da un sito di informazione iraniano, riportava il tag “Golshifteh Farahani”, un’attrice iraniana che vive in Francia. L’articolo aveva il solo scopo di fornire informazioni e gli agenti non si sono nemmeno preoccupati di leggerne il contenuto. Oppure, un altro mio sito è stato bloccato solo perché riportava un’inchiesta sulla situazione del mercato di Teheran nel giorno di San Valentino! Considerando che questi siti lavorano con i portali delle Poste e delle banche, e operano legalmente nel paese, bloccarli significa farli morire, perché nessuna altra organizzazione al mondo sarebbe disposta a lavorare con un sito nuovamente bloccato” ha detto il blogger e web designer Peyman Roshanzamir.