Narges Mohammadi, attivista per i diritti umani in prigione, che era stata portata all’ospedale in seguito al deteriorarsi delle sue condizioni fisiche, è stata condotta nuovamente in carcere senza aver completato le cure e in stato semicosciente.
Secondo le notizie pervenute a Human Rights Activists News Agency in Iran (Hrana), la famiglia di Narges Mohammadi che era andata a trovarla nel carcere di Evin, il 2 agosto, ha scoperto che l’attivista era stata trasferita dall’ospedale alla prigione, solo due ore prima della loro visita.
Stando a quanto riportato, Narges Mohammadi, dopo otto ore di sofferenza per una paralisi muscolare è stata ricoverata presso l’ospedale Teleghani di Teheran ma i medici della struttura, dopo gli esami preliminari, hanno detto che Mohammadi doveva essere sottoposta a una visita specialistica.
Nonostante questo consiglio e l’esigenza sottolineata dai medici di sottoporre l’attivista per i diritti umani a un controllo specialistico, le autorità della magistratura hanno portato di nuovo Mohammadi nella prigione di Evin, due ore prima della visita settimanale.
Tuttavia, Narges Mohammadi non era molto cosciente durante la visita dei suoi familiari.
Va tenuto presente che il processo di Narges Mohammadi era stato fissato per il 6 luglio, ma non si è tenuto per motivi non noti e l’attivista non è stata portata in tribunale. Di recente, Taghi Rahmani, il marito, parlando delle condizioni fisiche della moglie, ha fatto riferimento alle responsabilità delle autorità che continuano a tenerla in prigione.
Narges Mohammadi, attivista per i diritti umani e prigioniera politica è stata arrestata a casa sua dagli agenti di polizia il 5 maggio di questo anno, dopo essere stata ripetutamente convocata e minacciata dalle forze di sicurezza ed è stata portata nella prigione di Evin per scontare 6 anni di prigione.
L’arresto dell’attivista ha suscitato molte reazione. Alcuni sui amici, come Gohar Eshghi, madre di Sattar Beheshti, Mohammad Nourizad, giornalista ed ex prigioniero politico, Mohammad Maleki, figura di spicco del mondo accademico iraniano, hanno inscenato una protesta davanti alla prigione di Evin, poche ore dopo il suo arresto.
Il premio nobel pe la pace Shirin Ebadi, ha chiesto in una lettera aperta ai relatori speciali delle Nazioni Unite, tra cui lo il relatore sulla situazione dei diritti umani in Iran, Ahmed Shaheed, di fare tutto il possibile per la liberazione di Narges Mohammadi.
Fonte: Hrana