La polizia iraniana ha parzialmente ammesso sue responsabilità per la morte di Sattar Beheshti, il blogger iraniano recentemente morto in carcere. Mehdi Davatgari, membro della Commissione per la sicurezza nazionale, che conduce un’inchiesta su questo caso, ha dichiarato all’agenzia di stampa Fars che le violenze della polizia nei confronti di Beheshti sono state “confermate”. Ha aggiunto che il blogger è stato arrestato “senza un mandato da parte della magistratura” e che è stato trattenuto “in condizioni completamente illegali”.
Davatgari ha sottolineato che gli ufficiali della polizia hanno ignorato l’ordine di un giudice di trasferire Beheshti in un centro di detenzione e di tenerlo sotto la custodia della polizia informatica.
Davatgari ha poi concluso: “Solo le dimissioni di Kamal Hadianfar, il capo della polizia informatica, possono redimere questa istituzione dagli errori che sono stati commessi”.
Il capo della polizia nazionale Esmaeil Ahmadi-Moqaddam ha ammesso che un possibile atto di negligenza potrebbe essere costituito dalla prescrizione – senza permesso – di sedativi da parte del centro sanitario della prigione. Ha anche aggiunto che il blogger è stato trattenuto in una sezione amministrativa, mentre se si fosse trovato nel centro di detenzione, le telecamere di sorveglianza avrebbero ripreso tutto.
“In ogni caso – ha aggiunto – non è ancora stato provato che la polizia abbia causato la morte di Beheshti. Non sono state trovate tracce di botte sul suo corpo e non c’era motivo di ucciderlo. Lo scenario più probabile è che sia morto per shock”.
Beheshti, blogger e dissidente iraniano, era arrestato il 30 ottobre ed è morto pochi giorni dopo, mentre era tenuto in custodia dalla polizia informatica. La procura di Teheran ha annunciato che un certo numero di ufficiali sono stati incriminati per quanto successo. L’indagine è ancora in corso.
Recentemente, la famiglia Beheshti ha detto ai media di opposizione di essere certa che Sattar è stato ucciso sotto tortura mentre era in carcere.
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