Almeno 411 prigionieri sono stati messi a morte in Iran nel periodo compreso tra gennaio- giugno 2014. Ciò indica che l’ondata di esecuzioni, ricominciata dopo le recenti elezioni presidenziali, sta continuando. Secondo quanto riferito da Iran Human Rights (IHR), più di 870 persone sono state messe a morte dopo l’elezione di Hassan Rouhani nel giugno 2013. IHR invita la comunità internazionale a prendere seri provvedimenti per fermare l’ondata di esecuzioni in Iran.
Iran Human Rights, 7 luglio 2014: un anno dopo le elezioni presidenziali iraniane del giugno 2013, e nonostante i miglioramenti dei rapporti tra la comunità internazionale e l’Iran, un recente rapporto di Iran Human Rights (IHR), dimostra che l’uso della pena di morte è più alto ora che in due decenni. Secondo l’ultimo rapporto di IHR, almeno 411 persone sono state messe a morte nei primi sei mesi del 2014 e almeno 870 persone sono state messe a morte durante il primo anno dopo le elezioni presidenziali. Si tratta di una media di più di due esecuzioni in Iran ogni giorno. Tra le condanne eseguite ci sono stati i casi di almeno otto minorenni autori di reati e sei attivisti politici e civili.
IHR invita la comunità internazionale a prendere seri provvedimenti per fermare l’ondata di esecuzioni in Iran. Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di IHR ha detto: “L’aumento del numero di esecuzioni dopo le elezioni presidenziali iraniane del giugno 2013 è drammatica e richiede particolare attenzione da parte della comunità internazionale. Sosteniamo l’appello della signora Navi Pillay ad includere i diritti umani nei colloqui sul nucleare che si svolgono tra il 5 +1 e l’Iran. Le esecuzioni arbitrarie in corso in Iran devono avere conseguenze per le autorità iraniane”.
La scorsa settimana l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay ha detto: “I colloqui tra l’Iran e le sei potenze mondiali per l’accordo sul controverso programma nucleare dell’Iran dovrebbero includere questioni relative ai diritti umani“.
Nel novembre 2013, la Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte ha invitato le Nazioni Unite e l’Unione europea a mettere la questione della pena di morte in cima all’agenda dei colloqui con l’Iran.
Secondo il rapporto di IHR sulla pena di morte, nel primo semestre di quest’anno 166 esecuzioni sono state annunciate da fonti ufficiali iraniane, mentre 245 esecuzioni sono state riportate dai gruppi per i diritti umani e confermate da diverse fonti indipendenti. Il 43% delle esecuzioni in Iran sono per omicidio e il 42% per reati legati alla droga. Almeno 8 prigionieri messi a morte nel 2014 erano giovani (sotto i 18 anni) al momento del presunto reato.
L’anno scorso almeno 687 persone sono state messe a morte, secondo il rapporto annuale 2013 di IHR sulla pena di morte. Il 68% di queste esecuzioni ha avuto luogo dopo l’elezione di Hassan Rouhani.