Il 3 febbraio è stato arrestato a Teheran il giornalista e traduttore Bahman Daroshafaei.
Secondo una fonte informata che vive nella capitale iraniana, l’ex giornalista della BBC è stato interrogato quaranta volte negli ultimi mesi.
Il reporter, stando a quanto riportato, lavorava come traduttore per Mahi Publishing Company e per una ONG che si occupa di donne e bambini in difficoltà. Le autorità non avrebbero presentato alcun mandato di arresto quando si sono andate a prelevare Daroshafaei a casa sua, il 3 febbraio.
Secondo le informazioni riportate da International Campaign for Human Rights in Iran, negli ultimi dieci giorni, i suoi account di posta e Facebook sono stati violati e gli hakers hanno chiesto soldi per non svelare le informazioni relative al suo profilo, ma Daroshafaei ha ignorato le minacce.
Negli ultimi mesi, i giornalisti in Iran sono sempre più nel mirino delle forze di sicurezze vicine ai politici conservatori che si oppongono all’amministrazione moderata di Hassan Rouhani.
I giornalisti Issa Saharkhiz e Ehsan Mazandarani sono stati formalmente accusati, questa settimana, di “azioni contro la sicurezza nazionale” e “propaganda contro lo Stato”, tre mesi dopo il loro arresto. Altri due giornalisti, Afarin Chitsaz e Saman Safarzaie, che sono stati arrestati il 1 novembre 2015, sono ancora in carcere ma non si conoscono ancora le accuse a loro carico.
L’agenzia di informazione Tasnim, vicina alle Guardie Rivoluzionarie iraniane, lo scorso 1 febbraio ha accusato i due giornalisti di collaborazione con “gli stati stranieri nemici”.
Fonte: Journalism Is Not a Crime e International Campaign for Human Rights in Iran