Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, Ahmed Shaheed, e il relatore sulle esecuzioni extragiudiziali, Christof Heyns, hanno condannato lo scorso 8 maggio il notevole aumento delle esecuzioni verificatosi nelle ultime settimane nella Repubblica Islamica dell’Iran e chiedono la moratoria sulla pena di morte. In molti casi le esecuzioni non sono state rese note da fonti ufficiali e i nomi dei prigionieri messi a morte non sono stati pubblicati.
“Quando il governo iraniano si rifiuta di riconoscere la reale portata delle esecuzioni che si sono verificate, dimostra un cinico disprezzo sia per la dignità umana che per le leggi internazionali sui diritti umani” afferma Shaheed.
Tra il 9 e il 26 aprile, è stato segnalato che più di 98 prigionieri sono stati messi a morte, con una media di almeno sei al giorno. Con l’ultima ondata il numero totale di esecuzioni sale, dal 1 gennaio 2015 ad oggi, a 340 persone messe a morte: di queste almeno sei erano prigionieri politici e sette erano donne.
“Siamo allarmati per il recente aumento del numero delle esecuzioni che si sono verificate nonostante i seri dubbi relativi agli standard di un processo equo”, ha osservato Heyns. “Molti dei prigionieri messi a morte durante questo ultimo periodo sono stati condannati per accuse legate al traffico di droga, reato che non implica l’omicidio intenzionale e per questo non rientra tra i crimini più gravi”, continua il rappresentante delle Nazioni Unite.
I relatori speciali hanno acceso i riflettori anche sulle continue notizie di esecuzioni che si verificano in pubblico. Nel 2015 sono già 15 le persone messe a morte in piazza, sotto gli occhi di molti spettatori. “Le esecuzioni in pubblico hanno un effetto disumanizzante sia per la vittima che per chi assiste, rinforzando la già crudele, inumana e degradate natura della pena di morte”, concludono.
Ahmed Shaheed e Christof Heyns invitano il governo iraniano ad ascoltare l’appello da parte del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite per fermare le esecuzioni e a stabilire una moratoria sulla pena di morte, al fine di abolire del tutto tale pratica.
Fonte: Iran Human Rights