11 prigionieri accusati di reati legati alla droga sono stati impiccati a Karaj, mercoledì 10 giugno, nella prigione Ghezelhesar, a ovest di Teheran. Si tratta del secondo gruppo di esecuzioni avvenuto in questa settimana. Lunedì 8 giugno altri 11 prigionieri erano stati messi a morte nello stesso carcere.
Secondo le fonti di Iran Human Rights questi detenuti, che per la maggior parte sono stati trasferiti in isolamento sabato 6 giugno, erano stati condannati per reati legati alla droga.
IHR ha riferito, giovedì 6 giugno, che 25 prigionieri, accusati di reati relativi al traffico e possesso di droga, sono stati trasferiti per l’esecuzione. Questi detenuti sono stati trasferiti da due diverse sezioni: dall’unità 2 della prigione Ghezelhesar e dal quartier generale dell’anti-droga. 11 di questi sono stati messi a morte lunedì 8 giugno.
Secondo fonti di IHR, dieci degli 11 detenuti che sono stati messi a morte il 10 giugno erano: Reza Mansouri, Mostafa
Kouhi, Salar Mahmoudzadeh, Reza Karegari, Behrouz Sahraei, Ali Taghipour, Yousef Kounani, Masoud Abbasi, Mohammad Jannati e Hassan Nourmohammadi.
Allo stato attuale 22 dei 25 prigionieri sono stati messi a morte, mentre tre persone sono ancora nella sezione di isolamento del carcere. Questi prigionieri sono stati identificati come Jasem Veysi, Ali Afshari e Gholamreza Soltani.
Dal 6 maggio le autorità iraniane hanno messo a morte 77 persone nella prigione Ghezelhesar. Iran Human Rights ha continuamente sollecitato la comunità internazionale a reagire a tali esecuzioni. Tuttavia, la comunità internazionale mantiene ancora il silenzio.
IHR ha recentemente pubblicato un video contenente le testimonianze di due dei prigionieri nel braccio della morte del carcere Ghezelhesar che parlano di torture sotto interrogatorio.
“Le autorità iraniane sostengono che questi prigionieri appartengono a gruppi armati di trafficanti di droga, ma secondo quanto abbiamo appreso molti di loro provengono dalle fasce emarginate della società iraniana e sono stati arrestati in grandi città”, ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights. “Dopo il loro arresto sono stati sistematicamente sottoposti a torture finché non hanno confessato le accuse, dopo sono stati condannati a morte a porte chiuse nel Tribunale Rivoluzionario. Queste esecuzioni sono illegali, anche secondo la costituzione iraniana. I leader iraniani devono ritenersi responsabili per questi crimini”, conclude Amiry-Moghaddam.
Fonte: Iran Human Rights