Dichiarazione di 13 organizzazioni tra cui IHR sui cinque prigionieri politici azeri in sciopero della fame | Iran Human Rights

Dichiarazione di 13 organizzazioni tra cui IHR sui cinque prigionieri politici azeri in sciopero della fame

13 ONG della società civile, tra cui Iran Human Rights, hanno pubblicato una dichiarazione congiunta relativa ai cinque prigionieri di coscienza azeri che sono entrati nella quarta settimana di sciopero della fame.

La dichiarazione dice:

Cinque prigionieri di coscienza azero-iraniani che sono stati condannati a 9 anni di reclusione sono in sciopero da 4 settimane. Le loro condizioni di salute sono peggiorate e si trovano in una condizione critica.

Latif Hassani, Mahmoud Fazli, Shahram Radmehr, Ayat Mehr Ali Bayglu e Behboud Gholizad,  i leader del Yenigamoh ( Movimento del Risveglio Nazionale per l’Azerbaigian meridionale), hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato il 13 luglio 2013 nella prigione centrale di Tabriz protestando contro il processo iniquo a cui sono stati sottoposti e i maltrattamenti subiti. La Corte ha confermato una condanna dura nei confronti di questi attivisti azeri e il verdetto va contro le norme sui diritti umani e l’articolo 26 della Costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran.

La terza sezione del Tribunale rivoluzionario di Tabriz presieduto dal giudice Bagherpour ha condannato i cinque attivisti a nove anni di carcere con l’accusa di “stabilire un gruppo illegale” e “propaganda contro il governo“. La Corte d’appello ha confermato le condanne il 9 giugno 2013. Il Yenigamoh aveva scritto una lettera aperta al Segretario Generale delle Nazioni Unite che riguardava il diritto costituzionale degli azeri di educare i loro figli nella loro lingua. L’articolo 15 della Costituzione iraniana consente infatti alle minoranze di studiare nella loro lingua madre. Tuttavia la Corte ha considerato questo come “propaganda contro il governo.”

Ora è da 26 giorni che questi attivisti hanno lanciato uno sciopero della fame. L’ottavo giorno, l’Ufficio del Procuratore di Tabriz, Khalil Olallahi, ha trasferito gli attivisti da Tabriz a Teheran. Tuttavia, le autorità della prigione Evin di Teheran hanno rifiutato l’ammissione dei detenuti a causa della loro grave condizione di salute. Dopo una giornata di isolamento nel carcere di Evin, gli attivisti sono stati trasferiti alla prigione di Rajae Shahr nella città di Karaj. Secondo i familiari, gli attivisti sono stati torturati durante il loro trasferimento da Tabriz a Teheran. Sono stati lasciati al caldo per diverse ore a Teheran mentre erano già affetti da diverse malattie gravi causate da torture subite durante gli interrogatori.

Gli scioperanti hanno trascorso un giorno e mezzo in manette e in catene all’interno del furgone di trasferimento sotto il calore del sole di Teheran. La situazione generale di questi prigionieri peggiora di giorno in giorno e oggi Mahmoud Fazli soffriva di sanguinamento dello stomaco mentre si trovava in quarantena nel carcere di  Rajae Shahr. La loro condizione fisica è talmente critica che alcuni di loro si rifiutano di rivelare la loro esatta situazione per non preoccupare le loro famiglie “, ha detto un membro della famiglia.

Naturalmente questo è solo un esempio di ingiustizia nei confronti degli attivisti azeri. Decine di tali violazioni dei diritti umani sono in corso in Azerbaigian ogni giorno. Saeed Matinpour, giornalista azero è stato condannato a otto anni di carcere, dopo quattro anni di carcere, è stato privato del permesso di congedo. Inoltre, Shahrokh Zamani è stato condannato ad una lunga prigionia mentre Younes Aghaian è stato condannato a morte a causa delle sue attività in favore dellla protezione dei diritti religiosi del gruppo di minoranza “Ahl-e Hagh“. Ogni anno centinaia di loro ricevono processi iniqui e sono soggetti a detenzione arbitraria.

Noi sottoscritti, chiediamo l’immediata liberazione di questi prigionieri. Richiamiamo l’attenzione su tutte le violazioni dei diritti umani contro i gruppi etnici e le minoranze religiose. Tutte le proteste contro un’ampia varietà di aspetti della discriminazione quali i diritti politici, economici, sociali, e culturali sono repressi brutalmente. Chiediamo alla comunità internazionale di far fronte a questo problema e chiediamo agli attivisti di porre fine al loro sciopero della fame.

08 August 2013

 

1. Abdorrahman Boroumand Foundation

2. Ahwaz Human Rights Organization (AHRO)

3. Arse Sevom

4. Association for Human Rights in Kurdistan of Iran- Geneva (KMMK-G)

5. Baluchistan Human Rights Organization

6. Center for Supporters of Human Rights (Chaired by Nobel laureate Shirin Ebadi )

7. Centre for Combating Racism and Discrimination against Arabs in Iran (CCRDAI)

8. Committee of Human Rights Reporters (CHRR)

9. European Ahwazi Human Rights Organization (EAHRO)

10. Iran Human Rights (IHR)

11. Justice for Iran NGO

12. Kurdish Human Rights Association

13. Kurdish Human Rights Network

 

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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