Diciotto difensore dei diritti civili, che erano stati arrestati mentre protestavano pacificamente davanti alla prigione di Evin, nel novembre 2015, sono stati condannati al carcere e alle frustate.
La sezione 1060 del Tribunale Penale di Teheran ha condannato ognuna delle 18 persone a 91 giorni di prigione e a 74 frustate. Secondo le informazioni ricevute da Iran Human Rights, il tribunale ha previsto per due di queste altri due anni di pena sospesa aggiuntiva. Il nome dei 18 sono: Simin Ayvaz-Zadeh (madre dell’attivista per i diritti civili Omid Alishenas), Hashem Zeinali (padre dello studente scomparso Saeed Zeinali), Reza Malek (ex prigioniero politico), Ehsan Kheybar, Abdolazim Oruji, Mohsen Haseli, Mohsen Shojah, Khadijeh (Leyla) Mirghaffari, Azam Najafi, Parvin Soleimani, Shermin Yemeni, Sara Saiee, Arshia Rahmati, Massoud Hamidi, Ali Babaiee, Esmaeil Hosseini, Farideh Tousi, e Zahra Modarreszadeh.
” Non hanno commesso un reato, le loro azioni erano in linea con il diritto di libertà di assemblea; come sancito dall’articolo 27 della costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran, dall’articolo 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e dall’articolo 21 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici che è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ratifica dall’Iran”, ha detto Mohammad Moghimi a Iran Human Rights, avvocato per i diritti umani che difende le 18 persone.
Iran Human Rights condanna le azioni illegali messe in campo dal sistema giudiziario iraniano e chiedono alle autorità di porre fine alla repressione della società civile iraniana. “Le autorità iraniane hanno nuovamente mostrato la loro intolleranza nei confronti degli attivisti. Tutti i livelli del governo della Repubblica Islamica dell’Iran sono responsabili del trattamento che riceveranno queste 18 persone”, ha dichiarato Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce internazionale di Iran Human Rights.
Fonte: Iran Human Rights
