A meno di una settimana dall’esecuzione di 22 prigionieri nel penitenziario di Ghezelhesar a Karaj, il 30 maggio altri 13 condannati a morte sono stati trasferiti nella sezione di isolamento del carcere per essere uccisi nei prossimi due giorni, secondo quanto riferito da fonti di Iran Human Rights. Tutti i detenuti provengono dall’unità due della prigione e sono stati condannati a morte per reati connessi alla droga.
Le stesse fonti sostengono che sono servite le unità speciali della polizia penitenziaria per trasferire i prigionieri, in quanto opponevano resistenza. Diversi detenuti sono stati feriti dalle guardie carcerarie.
Un prigioniero ha accoltellato un altro detenuto per provare a ritardare l’esecuzione. E’ infatti noto che un condannato a morte per reati di droga che commette un omicidio vede posposta la condanna a morte per droga in quanto è data maggiore priorità al ‘qisas’ (legge del taglione).
Iran Human Rights (IHR) chiede ancora una volta alla comunità internazionale di prendere posizione contro le esecuzioni di massa nel carcere di Ghezelhesar. Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di IHR, ha dichiarato: “La situazione dei prigionieri nel braccio della morte a Ghezelhesar è disperata e ha bisogno di un’immediata reazione da parte della comunità internazionale. E’ una vergogna che la comunità internazionale resti a guardare, mentre ci sono esecuzioni di massa, senza mostrare alcuna reazione”.
Oltre ai prigionieri trasferiti il 30 maggio per l’esecuzione, altri 44 detenuti sono stati messi a morte nella stessa prigione in meno di un mese.
Sul canale Youtube di Iran Human Rights, è possibile ascoltare la voce di uno dei condannati a morte nel carcere di Ghezelsar (sottotitoli in inglese).
Fonte: Iran Human Rights